Processo di appello per l’incendio alla raffineria API di Falconara M.ma del 25/8/99. Il Procuratore Generale inasprisce la richiesta di condanna per i vertici della raffineria: 3 anni! Sottolineato l’intralcio e l’inquinamento dell’attività di indagine dell’Autorità Giudiziaria da parte dell’azienda. Parti Civili e PG: insufficiente la manutenzione della pompa esplosa!

pubblicato il 15 Marzo 2013 0




25 agosto 1999

25 agosto 1999



Con soddisfazione dei Comitati dei quartieri Villanova e Fiumesino e dei cittadini costituitisi parti civili, si è finalmente giunti al processo di appello per il rogo nel reparto movimentazione prodotti della raffineria API, incendio che il 25 agosto 1999 causò la morte di due lavoratori, la fuga dei cittadini dai quartieri Villanova e Fiumesino, malori accertati sanitariamente tra i cittadini per le esalazioni diffusesi, mancanza di tempestiva attivazione dell’allarme alla cittadinanza e del blocco dei treni.


Nella seconda udienza del processo di appello tenutasi il 12 marzo scorso è stata svolta la requisitoria del Procuratore Generale e l’arringa degli Avvocati delle Parti Civili superstiti dopo il vergognoso ritiro del Sindaco Brandoni a nome e per conto del Comune di Falconara Marittima.

Il PG ha inasprito la richiesta di condanna per la Dirigenza di API raffineria proponendo 3 anni di reclusione per gli imputati (Ing. Saronne, Ing. Bellucci, Ing. Brunelli ed Ing. Conti) a fronte del giudizio di non colpevolezza espresso nella sentenza di primo grado pronunciata il 4 maggio 2005.

La ricostruzione del PG ha sottolineato come l’API abbia contribuito a distogliere e differire l’attenzione sulle vere cause del sinistro e mantenne comportamenti forvianti le indagini per almeno 15 giorni dall’evento, importante lasso di tempo che venne utilizzato dall’azienda API anche e soprattutto per intralciare ed inquinare in ogni modo l’attività di indagine dell’autorità giudiziaria.

Inoltre il PG ha sottolineato che il singolare circuito della benzina verde (circuito che includeva la pompa di riserva che esplose) si prestava tanto allo “spillamento” per riempire una tanica (tesi sostenuta dai difensori dell’azienda) quanto per trasferimenti di ingenti quantità eludendo le imposte fiscali! Dopo 13 anni è la prima volta che la Pubblica Accusa avanza l’ipotesi che quella notte del 25 agosto 1999 fosse stato messo in atto un illecito trasferimento di tonnellate di benzina verde!

Ma dopo 13 anni il PG ha messo in dubbio la compiutezza della perizia dei consulenti nominati dal GIP nel 1999 ed ha chiesto alla Corte di valutare la possibilità di far effettuare una nuova perizia tecnica.

Preso atto che gli ostacoli frapposti dall’API al lavoro di indagine erano stati descritti dagli stessi Consulenti del GIP nella loro perizia, i Comitati ritengono che il tempo trascorso tra il deposito dell’atto di appello (2005) e la pronuncia del dibattimento di appello (2013) rende lo svolgimento di una nuova perizia non più compatibile con i tempi processuali!

Al contrario esistono responsabilità certe a carico degli imputati della Dirigenza API che gli Avvocati delle Parti Civili (Stefano Crispiani e Carlo Pesaresi) hanno evidenziato con efficacia:

1) la conoscenza e la tolleranza della prassi - ammessa da più lavoratori testimoni - di lasciare aperte le valvole dei circuiti nei periodi di non utilizzo delle linee per il trasferimento dei prodotti, valvole che se fossero state chiuse non avrebbero permesso l’afflusso di benzina alla pompa che scoppiò!

2) la mancanza della manutenzione sulla pompa che esplose dato che dagli atti processuali emerge indiscutibilmente che la manutenzione soltanto visiva effettuata nei due anni precedenti all’incidente non era di per se sufficiente ad individuare un eventuale difetto strutturale della pompa.

La prossima udienza si svolgerà il 16 Aprile.

Staff Comitati

pagina storica http://web.mclink.it/MF8408/Commemorativa.htm


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