Una esercitazione antincendio di routine alla raffineria API ammorba per l’ennesima volta l’aria respirata a Falconara! “Violentati in casa nostra da un’atmosfera irrespirabile non possiamo che subire e testimoniare quest’ennesimo episodio di sopraffazione e di prepotenza!” scrivono i cittadini. La raffineria dentro la città rende Falconara una raffineria e i cittadini direttamente coinvolti dalle più banali operazioni riguardo ai cicli produttivi, manutentivi e della sicurezza.

pubblicato il 20 Aprile 2019 0


18 aprile 2019: ennesimo pomeriggio di esalazioni a Falconara Marittima. Una banale esercitazione antincendio alla raffineria API si trasforma in fastidiose esalazioni di idrocarburi che si diffondono nell’aria respirata dai cittadini, fin dentro le loro abitazioni. E’ l’ennesima dimostrazione che non c’è possibilità di convivenza con la città quando una raffineria di petrolio è dentro la città. Il 27 agosto 1999, il Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente disse chese la raffineria API fosse progettata oggi, in base alle direttive dell’Unione Europea, non potrebbe essere localizzata dove si trova“. Non c’è altro da aggiungere se non che la palese incompatibiltà non è neanche mitigata da controlli stringenti e severissimi da parte degli Organi di Controllo. Tra le parole che i cittadini hanno scritto su facebook a seguito delle esalazioni del 18 aprile, Vi proponiamo quelle che il cittadino falconarese Alberto Sgalla ci ha autorizzato a riprodurre.


Sono da poco passate le 14.30 del 18 aprile. E’ un gradevole primo pomeriggio tiepido di primavera che sta addolcendo l’aria della mia casa, profumandola di fiori e di erba provenienti dal prospiciente parco Kennedy.
Mentre mia moglie sta spicciando la cucina, mio figlio maggiore studia nella sua camera.
Io, in sala, sto svolgendo delle attività al pc quando vengo d’improvviso interrotto da una violenta, incontrollata, invisibile invasione domestica: un’insopportabile ed intensa puzza di gas raggiunge le mie narici e contemporaneamente quelle dei miei familiari. Repentina e subdola l’acre puzza ha preso possesso di tutti i volumi della casa. Portandomi in terrazzo sento che l’intensità fuori è la stessa di dentro e chiudo le finestre per evitare di farne entrare ancora… la casa è ormai tutta pregna!
Violentati in casa nostra da un’atmosfera irrespirabile non possiamo che subire e testimoniare quest’ennesimo episodio di sopraffazione e di prepotenza!
Rincasa mio figlio minore proveniente dall’abitazione di un compagno a Palombina vecchia di cui è stato ospite a pranzo. Mi conferma che dalla Caserma dei Carabinieri già l’aria è irrespirabile in tutte le vie che ha percorso fin qui!
Come si può tollerare che qualcuno, chiunque esso sia, possa permettersi di togliere ossigeno, staccare la spina alla primavera, in quartieri interi della città!
Come si può pensare che zaffate concentrate di gas raggiungano centinaia di abitazioni, migliaia di polmoni, milioni di bronchioli in un battito di ciglia!
Come si può accettare che nessuna istituzione sappia porre fine a tutto questo prima che tutto questo ci finisca!
Sono le solite domande che mi pongo, in attesa di vere risposte e di fattive soluzioni!
Sono ormai le 15,00. Apro speranzoso la finestra e l’aria sembra tornata quella di primavera di mezz’ora pima.
Spalanco tutte le finestre perché una corrente di ritrovata Primavera scacci il gas da casa mia!
In un quarto d’ora la casa respira di nuovo.
L’indicente di oggi sembra archiviato: …rimane la consueta preoccupazione che non diventi, per me e i miei cari, il male di domani!!!


Staff comunicazione l’Ondaverde Onlus




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