Gestione Rifiuti

Pubblicato il 3 Agosto 2009

COMUNICATI

Gennaio 2006

I COMITATI INCONTRANO L’ASSESSORE PROVINCIALE ALL’AMBIENTE

Il Coordinamento dei Comitati per la difesa del territorio ha incontrato nel pomeriggio del 12 gennaio l’assessore provinciale all’ambiente Patrizia Casagrande per discutere del problema della gestione dei rifiuti del bacino 1.

Il coordinamento ha chiesto spiegazioni sulla confusa riunione tra l’assessore e i sindaci, del 30 dicembre scorso, dove è sembrato chiara la volontà di non mettere in discussione la scelta di realizzare gli impianti di Filottrano e di Chiaravalle. Dall’incontro è emerso che nessun sindaco è interessato a ridiscutere la gestione proposta dal Consorzio ConeroAmbiente: questo porterà inevitabilmente all’aumento dei rifiuti da destinare alle discariche e all’incenerimento.

Questo comportamento deve allarmare tutta la popolazione poiché significa che non esiste la volontà politica e la sensibilità ambientale per affrontare il problema dei rifiuti in termini NON EMERGENZIALI.

Nelle Marche, solo in Provincia di Ancona si assiste a un aumento della produzione dei rifiuti (più 10% nel 2004 rispetto al 2003 secondo il Rapporto Rifiuti di APAT-ONR). La raccolta differenziata è ferma al 16% contro l’obiettivo minimo per il 2003 del 35% fissato dal Decreto Ronchi.

Provincia e sindaci non ci spiegano come mai non attuano adeguate politiche di prevenzione, differenziazione e riciclaggio, come previsto anche dal Piano Provinciale dei Rifiuti e già applicate con successo in molte esperienze locali e nazionali. Dobbiamo forse ritenere che i sindaci del bacino 1 sperino di far quadrare i bilanci con gli indennizzi delle discariche?

Riteniamo assolutamente necessario che la Provincia intervenga per riaprire la discussione sulla questione rifiuti, ridiscutendo l’intero processo di gestione e perseguendo scelte che portino alla raccolta differenziata, al passaggio dalla tarsu alla tariffa e ad un maggiore rispetto dell’ambiente. Ribadiamo quanto abbiamo più dettagliatamente spiegato nel documento congiunto diffuso alle istituzioni e presentato alla stampa nell’estate scorsa, e cioè che è ormai urgente:

  • ridurre la quantità dei rifiuti alla fonte;
  • attuare una raccolta differenziata spinta;
  • recuperare i materiali riciclabili creando nuove attività economiche e conseguenti nuovi posti di lavoro
  • passare dalla tassa alla tariffa che premia i cittadini che si impegnano a dividere i propri rifiuti.

Novembre 2005

Osservazioni sulla proposta di modifica al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti

Il Coordinamento dei Comitati per la Difesa del Territorio ritiene che l’unica soluzione possibile per risolvere il problema dei rifiuti sia la riduzione della produzione degli stessi e la massimizzazione della raccolta differenziata e del riciclaggio. Il Coordinamento si trova pertanto in totale disaccordo con la proposta di modifica della Giunta Regionale che non incentiva politiche di gestione dei rifiuti che vanno verso il riciclaggio ma soluzioni che aprono la strada all’utilizzo di inceneritori ad esclusivo vantaggio economico dei costruttori e dei gestori di tali impianti e a discapito della tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente.

In particolare il raggiungimento del 35% di raccolta differenziata non può e non deve rappresentare il limite al di sopra del quale diventa possibile la costruzione di nuovi inceneritori.

che venga stabilito un limite temporale di minimo tre anni all’interno del quale non sia possibile concedere autorizzazioni alla realizzazione di inceneritori e/o termovalorizzatori e nel quale  l’obbiettivo prioritario da perseguire sia quello del raggiungimento di una percentuale di riduzione (es. 10%) e una percentuale di raccolta differenziata superiore a quella fissata dal Decreto Ronchi del 1997 del 35%  (ad esempio 50% tenendo presente che dal 1997 ad oggi sono cambiate sia condizioni che tecnologie).

Vada esplicitamente vietata la conversione di impianti già esistenti funzionanti a combustibile tradizionale in inceneritori e/o termovalorizzatori eliminando il punto che ne permetterebbe la conversione. In caso contrario si aprirebbero immediatamente pericolosissimi scenari (si pensi soltanto alla possibilità di conversione di tali impianti da parte di aziende come la Raffineria API, la centrale di Camerata Picena  e la Sadam di Jesi)
Tale ipotesi rappresenterebbe infatti una palese contraddizione: l’innesco di un circolo virtuoso che porta ad aumentare la percentuale di raccolta differenziata al 35% scatenerebbe immediatamente un effetto nefasto sull’ambiente in completa controtendenza rispetto a una politica che vada verso la tutela e la valorizzazione del territorio.

Luglio 2007

SULLA IPOTESI AVANZATA DAL CONSORZIO CONERO AMBIENTE PER UN IMPIANTO DI SELEZIONE E TRATTAMENTO DEI RIFIUTI 2 NEL COMUNE DI CHIARAVALLE - LOCALITA’ GALOPPO

I comitati cittadini, le associazioni, i gruppi firmatari del presente documento valutano negativamente l’ipotesi avanzata dal Consorzio Conero Ambiente di realizzare un impianto centralizzato di selezione e trattamento dei rifiuti, a servizio del Bacino 1 della Provincia di Ancona, nel Comune di Chiaravalle in località Galoppo e denunciano i modi con cui la Provincia di Ancona e gli altri enti interessati hanno finora condotto l’iter decisionale sulla gestione integrata del ciclo dei rifiuti nel bacino 1, che hanno palesato: insufficienza tecnica, per la mancanza di valutazioni esaurienti, ed insufficienza democratica, per la carenza nell’informazione ai cittadini e nelle forme di partecipazione.

Si riportano i motivi del dissenso:
La scelta dell’area appare “scellerata”,  si verrebbe infatti  ad aggravare la situazione del territorio della bassa Vallesina, già riconosciuto “area ad elevato rischio di crisi ambientale, e sul quale gravano attività altamente inquinanti quali 3 poli di produzione energetica logisticamente molto vicini (centrale API, SADAM Jesi, Centrale Camerata Picena), un aeroporto internazionale in via di ampliamento, un’autostrada che corre all’interno di un centro abitato, una grossa raffineria e diverse altre attività altamente nocive.
Tutto questo in una zona ad alta densità demografica
, forse la più alta della Regione.
Un territorio quindi nel quale sono da escludere,
nella maniera più assoluta, ulteriori carichi urbanistici e nuove fonti di inquinamento.
Inoltre l’opzione per un impianto unico e centralizzato in località Galoppo, non è sorretta da validi motivi di carattere tecnico-economico e ambientale. La localizzazione proposta è lontana dal baricentro della produzione di rifiuti e comporta un sensibile incremento dei costi e degli impatti ambientali, per effetto della maggiore incidenza dei trasporti. E’ inoltre “singolare” che la discarica del Galoppo dovrebbe teoricamente cessare la sua attività nel 2006, guarda caso più o meno in coincidenza con l’entrata in funzione del nuovo impianto di trattamento rifiuti.

I Comitati ritengono che la scelta degli impianti necessari alla gestione e smaltimento dei rifiuti dei comuni del bacino 1 della Provincia di Ancona debba essere legata a una strategia generale volta alla riduzione della produzione e alla massimizzazione della raccolta differenziata e del recupero e riciclaggio dei rifiuti. Oggi la scelta non deve essere fatta a valle, bensì a monte della gestione dei rifiuti. Ci sono infatti molte azioni a monte che, se realizzate, farebbero risparmiare alle tasche e alla salute dei cittadini la realizzazione di mega-impianti per la produzione di CDR, di nuove grandi discariche o peggio di inceneritori. Realizzando queste azioni, rimarrebbe da smaltire in discarica un residuo notevolmente inferiore rispetto agli attuali livelli provinciali e si tratterebbe soprattutto di materiale inodore e non pericoloso; indicano che l’obiettivo primario da raggiungere sia il recupero della frazione organica che, da sola, rappresenta il 30-40% del totale dei rifiuti prodotti.

Sulla base delle esperienze già condotte in altri comuni italiani si può passare in pochissimi anni a percentuali che superino il 50% (esempio: Consorzio Priula per la provincia di Treviso che, nel 2003, dopo soli 5 anni di attività, ha superato il traguardo del 70% di raccolta differenziata). Questa riduzione raddoppierebbe la durata delle discariche già in funzione nella Provincia di Ancona, assicurando più tempo per studiare le migliori soluzioni per lo smaltimento della parte residua. La soluzione proposta dal Consorzio Conero Ambiente, prevedendo una produzione di CDR ai massimi livelli consentiti dalle norme europee, apre la strada agli inceneritori per la produzione di energia elettrica, oggi chiamati, con un eufemismo, “termovalorizzatori”.

Questi Comitati sono DECISAMENTE CONTRARI a inceneritori e termovalorizzatori per i seguenti motivi:

  • non recuperano, viene infatti recuperata soltanto parte dell’energia contenuta nel rifiuto, ma non quella necessaria ad estrarre le materie prime e a produrre il nuovo bene, energia che invece si recupera con attività di riuso e riciclaggio. Ad esempio la carta: riciclandola si allunga la vita delle fibre di legno fino a 6 volte;
  • sprecano energia per il trasporto dei rifiuti all’impianto;
  • non eliminano il rifiuto, ma lo trasformano in fumi tossici e ceneri che vanno trasportate e smaltite in sicurezza.
  • contribuiscono all’emissione di gas-serra più di altre alternative;
  • disincentivano ogni altra politica volta alla riduzione e al recupero dei rifiuti;
  • contribuiscono al rilascio di sostanze tossiche, persistenti e bio-accumulabili lungo la catena alimentare (come le DIOSSINE).

I Comitati hanno rilevato particolari coincidenze tra la richiesta Api di realizzare due nuove centrali elettriche a combustione, la localizzazione dell’impianto proposta assai vicino alla raffineria stessa, e il nuovo casello autostradale di Gabella che, aggiunto a quello previsto in località Casine di Paterno, determinerebbe ben 4 uscite autostradali in nemmeno 20 km. Sicuramente c’è qualcosa di strano in tutto questo… e ancora una volta siamo all’oscuro di scelte politiche-economiche che andranno ad incidere pesantemente sulla salute della collettività. A tale proposito I Comitati denunciano fin d’ora come criminale qualsiasi ipotesi di individuare, o autorizzare, un impianto di incenerimento di RSO e di rifiuti speciali industriali presso la raffineria Api; fanno notare che la scelta proposta è in contrasto con le politiche regionali, nazionali e comunitarie in tema di rifiuti; ricordano i contenuti del Piano Regionale dei Rifiuti che indicano chiaramente come l’unica strada da percorrere sia quella del recupero e della riduzione degli stessi; richiamano il rispetto della Direttiva europea e del Decreto Ronchi che fissano nel 35% la quantità minima della frazione riciclata sul totale dei rifiuti prodotti entro il 2003.

I comitati CHIEDONO quindi alla Provincia di riconsiderare, sul piano politico, prima ancora che sul piano tecnico, l’ipotesi avanzata dal Consorzio Conero Ambiente; ed auspicano che, con l’ausilio degli specialisti dei vari settori disciplinari e delle università, sia promosso un corretto processo di valutazione Ambientale Strategica (VAS) attraverso il quale, sulla base della più ampia partecipazione civile, si possa giungere alla determinazione della soluzione più sostenibile e coerente tra i diversi scenari ipotizzabili.


DOCUMENTI

Impatto ambientale dei processi di incenerimento di rifiuti
di Caldiroli Marco - Centro per la Salute “Giulio A. Maccacaro” , Castellanza (VA)

Dichiarazioni del prof. Federico Valerio
direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell’Istituto Tumori di Genova

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