ScontiAmo l’API: caro benzina, falsi sconti e marketing territoriale

pubblicato il 2 Luglio 2008 0

La sbandierata operazione di marketing della raffineria API che consiste in uno SCONTO di - 2,4 cent/€ sulla BENZINA VERDE per chi si rifornirà presso le sue pompe, si è rivelata un boomerang e forse, tra un po’, vedremo cadere un’altra delle menti creative delle “pabblicrelescion” dell’azienda petrolifera.

Il reportage fotografico che pubblichiamo mostra che, ora, ai SELF-SERVICE di Falconara la benzina API costa da 2,5 ai 3,5 cent/€ in più che negli altri. Al SERVITO nei distributori API arriva a costare fino a 3,2 cent/€ in più degli altri!!!

PREZZI ai DISTRIBUTORI API clicca sulle immagini per ingrandirle
Pompa API Pompa Benzina API FalconaraM Pompa Banzina API Falconara P Pompa Benzina API Falconara S
PREZZI ai DISTRIBUTORI (ALTRI MARCHI)
Pompa Benzina ERG R Pompa Benzina Falconara M Pompa benzina Falconara M Pompa benzina Falconara S

Risultato: infastiditi i gestori delle altre pompe di benzina e indifferenti gli smaliziati automobilisti.Quindi attenti ai saldi estivi! “Tanto fumo e poco arrosto” come spesso accade…

La strombazzatura mediatica dell’operazione di marketing - “L’API distribuisce il pieno con lo sconto” oppure “L’API fa un regalo ai falconaresi” - sembra aver affascinato soltanto il Sindaco di Falconara e la sua Giunta, stordito il già confuso Partito Democratico…di sicuro non ha ammaliato l’attento consumatore Falconarese.

Il Sindaco ha dimenticato che il suo compito primario è tutelare la salute dei cittadini ed evitare che qualsiasi attività arrechi loro danno, disturbo o disagio.
Questa operazione di marketing dell’API non è “un’azione concreta che fa gli interessi dei cittadini” falconaresi (Brandoni dixit) perché l’interesse primario della salute e della sicurezza della popolazione deve essere preteso - primo fra tutti - dal Sindaco di Falconara.

Le opportunità che il Sindaco Brandoni e la sua Giunta devono cogliere e praticare stanno nel rispetto tassativo delle regole a cui l’API deve sottostare, nella pretesa dell’applicazioni delle sanzioni previste quando quelle regole non vengono rispettate come nel caso degli incidenti del 4 Aprile e del 27 Luglio 2007.

Sanno il Sindaco e la Giunta che, dal 2000, nel suo Rapporto di Sicurezza (il documento più importante previsto dalla Legge Seveso II) l’API ha iscritto un sistema di sicurezza elettrico che in realtà non ha mai realizzato?

Sanno il Sindaco e la Giunta che la mancanza di quel sistema ha provocato pericolosissimi black out elettrici in raffineria a partire dal 2001 con grave rischio per l’incolumità dei lavoratori e dei cittadini?

Non lo sanno, ma dovrebbero documentarsi prima di concedere all’API di fare marketing nella sede municipale dei falconaresi, e patrocinare iniziative commerciali da bancarella del mercato del Lunedì.

Eppure la nota dei Comitati che denuncia quella mancanza è - unica presente - sul sito del Ministero dell’Ambiente (cartella osservazioni)

Capiamo (ma non ci adeguiamo) che certe problematiche siano fastidiose e/o non opportune per tutti coloro che fanno riverenze all’API “invitandola ad attuare gli interventi necessari per l’abbattimento degli inquinanti” piuttosto che pretendere ciò che avrebbe dovuto fare da anni ma non ha ancora fatto.
E’ per questo che ci rendiamo conto anche dell’andatura da “pugile suonato” del Partito Democratico che al di là della doverosa polemica con il Sindaco avverso chiede di “versare ogni anno al Comune un importo compensativo per la sua presenza e l’impatto sul territorio comunale del nuovo tracciato ferroviario (by pass) per il mancato uso alternativo del territorio”!Come dire, “monetizziamo tutto”, anche quello che possiamo evitare di rovinare (il territorio con il bypass)!

Sindaco, Giunta, Popolo della Libertà e Partito Democratico preferiscono trattare le “compensazioni” e gli “indennizzi” con l’API piuttosto che pretendere ciò che già spetta a Falconara:

  • le accise che, dal 2001, i loro governi nazionali e regionali non hanno voluto ancora dare ai Falconaresi;
  • fondi adeguati per l’Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale per recuperare il recuperabile;
  • chiedere fino all’ultimo centesimo i danni per l’incidente del 25/8/1999, del 8/9/2004, del 2/4/2007, del 27/7/2007 e rimanere all’interno dei processi per le responsabilità penali imputabili all’Azienda;
  • un futuro che non aumenti il territorio occupato dall’API e le sue capacità energetiche ed elettriche.


Un futuro dignitoso, non si elemosina.

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