CON I RIGASSIFICATORI AUMENTERANNO LE BOLLETTE DEL METANO

pubblicato il 15 Luglio 2009 0

La quantità spropositata di rigassificatori previsti in Italia farà aumentare il costo della bolletta.

Il meccanismo è semplice: se saranno realizzati un numero giusto di rigassificatori rispetto al fabbisogno previsto, il costo del metano oscillerà solo in base al costo della materia prima.

Se al contrario si realizzeranno più rigassificatori di quelli che servono, il costo di mantenimento dei rigassificatori inattivi sarà prelevato dalle bollette degli utenti.

La tagliola l’ha caricata l’AUTORITÀ PER L’ENERGIA con la Delibera 178/05 la quale “assicura anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto” la copertura di una quota pari all’80 % della potenza nominale da rigassificare.

Significa dire che anche se non avrà metano da gassificare il gestore incasserà lo stesso!

Ma cerchiamo di capire un paio di cose…

Quanto metano occorrerà e come se lo procurerà l’Italia?

Prendendo per buone le uniche previsioni ufficiali disponibili, quelle fornite dalla “cabina di regia” istituita dal Governo Prodi nell’agosto 2006, nel 2015 l’Italia avrà bisogno di 108 miliardi di metri cubi di gas ma, sempre attenendoci alle cifre ufficiali relative ai gasdotti da potenziare e da realizzare, alla stessa data arriveranno in Italia dai 124 ai 130 miliardi metri cubi di metano.

Dal 14 al 20% in più del fabbisogno. potenziamenti-gasdotti

Nonostante questo, la “cabina di regia” - in particolare l’ex Ministro Bersani - ritenne essenziali 4 o 5 rigassificatori che, ci venne ripetuto fino alla nausea, permetteranno all’Italia di evitare la dipendenza energetica da paesi ritenuti poco affidabili, come la Russia e l’Algeria.

MA OGGI IN ITALIA SONO PREVISTI 17 RIGASSIFICATORI,
contro i 6 previsti in tutta Europa ed i 6 previsti negli Stati Uniti!

Qualcuno dirà: “vorrà dire che rigassificheremo metano per il resto d’Europa”!

  • 1) Crediamo veramente che gli altri paesi siano talmente allocchi da non costruirne a sufficienza per poi pagarne il trasporto all’Italia?
  • 2) Ma il punto è un altro: nel mondo la capacità di liquefazione è molto inferiore a quella di rigassificazione. Esistono solo 17 impianti di liquefazione in tutto il mondo. Per questo motivo i 51 rigassificatori attualmente operanti nel mondo, lavorano dal 30 al 60% della propria potenzialità. Non c’è metano liquefatto per tutti!

Dunque che cosa succederà?
Il rischio dell’investimento sui rigassificatori è elevato perché comunque si faranno/potenzieranno i gasdotti e perché non c’è un numero di impianti di liquefazione sufficiente a rifornire tutti.

Lo Stato italiano - con la Delibera dell’Autorità per l’Energia - è intervenuto incentivando la costruzione di questi impianti, garantendo la copertura di gran parte dei costi e dei rischi economici dei rigassificatori.

Se le società che gestiscono i terminali non riescono a procurarsi il GNL, interviene lo Stato che le rimborsa con i soldi prelevati dalle bollette dei cittadini.

Ma non è finita.

Al servizio di rigassificazione si applicano le tariffe differenziate fissate dall’Autorità dell’energia a seconda dei costi dell’impianto; quindi il gas dei nuovi rigassificatori sarebbe fuori mercato per l’ammortamento del costo dell’impianto.

Ma grazie alla citata delibera dell’Autorità per l’Energia, lo Stato si accollerà questo onere, scaricando sulle bollette, le differenze di costo. E’ evidente che la costruzione dei rigassificatori non porterà giovamento sul versante dei prezzi mentre porterà un aggravio dei costi sulle bollette dei consumatori.

Con queste motivazioni i Comitati Villanova, Fiumesino e la ONLUS l’Ondaverde hanno presentato le proprie OSSERVAZIONI al Ministero dell’Ambiente sul progetto di rigassificatore di API Nòva Energia.

sistema Offshore FSRU (Floating Storage Regassification Unit)

sistema Offshore FSRU (Floating Storage Regassification Unit)

I rigassificatori sono la parte finale della filiera del GNL (gas naturale liquefatto) composta dagli impianti di liquefazione, dalle metaniere che trasportano il GNL e, appunto, dai rigassificatori o dal sistema FSRU proposto nel progetto di API Nòva Energia S.r.l.
In sintesi, si può dire che il gas viene liquefatto negli impianti situati nei paesi produttori, trasportato da metaniere ad una temperatura di circa - 161 gradi centigradi, rigassificato e quindi immesso nelle reti dei paesi consumatori.
Attualmente ci sono nel mondo 51 rigassificatori, 16 in Giappone, 6 negli Stati Uniti, 12 in
Europa (5 in Spagna, 2 in Francia, 1 in Portogallo, Belgio, Regno Unito, Grecia e Italia).
Si tratta di impianti sottoutilizzati che generalmente lavorano dal 30 al 60% della propria potenzialità perché nel mondo la capacità di liquefazione è molto inferiore a quella di rigassificazione.
Esistono infatti solo 17 impianti di liquefazione funzionanti!

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