EX OFFICINA RIALZO,SEMPRE PIU’ APINARA…

Pubblicato il 10 Gennaio 2007 Nessun Commento »

La ex Officina sarà acquistata dalla raffineria API!

Il futuro della ex Squadra Rialzo non sarà quello dell’OFFICINA CULTURALE, una concreta prospettiva tracciata dal 2000 dal costruendo museo del trasporto e da decine di spettacoli teatrali e musicali!

Probabilmente il Sindaco Recanatini ed il suo Vice Piccinini hanno ritenuto inopportuno, e dunque impensabile, “sfilare” dalle mani del petroliere Brachetti Peretti un BENE COMUNE dell’intera Regione Marche e di Falconara sottoposto al vincolo di tutela da parte del Ministero dei Beni Culturali!
Davvero singolare il loro comportamento politico nella vicenda della Officina Rialzo: quando ad Ottobre 2006 - per esercitare il diritto di prelazione - c’erano i cinque milioni di Euro della Regione Marche del contratto di quartiere Villanova/Falconara Nord da cui utilizzare gli 830 mila Euro per la ex Officina Rialzo, la Giunta falconarese scelse di non comprarla.
Disse il Vicesindaco Piccinini: “(…) sarebbe incoerente acquisire nuovi locali quando si stanno dimettendo affitti e vendendo proprietà per reperire risorse. Si cerca inoltre di dare precedenza a progetti che abbiano una reale valenza ed utilità per i cittadini, come ad esempio i parcheggi (…)”, dimenticando di dire che il Bilancio del Comune di Falconara non sarebbe stato interessato dall’operazione: erano soldi della Regione!
Poi, riapertasi recentemente la partita della prelazione grazie al grande lavoro legale svolto dal Dopolavoro ferroviario di Falconara, si è incredibilmente concretizzato l’interesse del Comune di Falconara che, ventiquattro ore prima della scadenza del tempo utile per esercitare il diritto di prelazione, ha convocato un tavolo con Regione e Provincia per esperire le possibilità di una intesa finanziaria.

La domanda è la seguente:
che significato ha avuto la convocazione di quel tavolo a tre se la Giunta comunale non voleva utilizzare una parte (830 mila Euro) dei 5 Milioni di Euro regionali del Contratto di quartiere Villanova/Falconara Nord per l’acquisto della ex Officina Rialzo?

Pertanto riteniamo che quell’incontro convocato da Piccinini sia stato di facciata!

L’associazionismo falconarese aveva già avuto degli eloquenti segnali negativi da parte del Sindaco Recanatini e dell’Assessore alla cultura Lodolini: ambedue avevano ignorato sia la richiesta di incontro sull’argomento (Ottobre 2006) sia la richiesta di collaborazione per poter organizzare spettacoli teatrali e musicali nei mesi di Gennaio e Febbraio 2007.

Ma la conclusione a cui abbiamo assistito ieri, a nostro parere, evidenzia un atteggiamento politico del Sindaco di Falconara e del suo Vice di feudale sudditanza nei confronti dell’API!

E’ risibile quanto dichiarato pubblicamente dal Vicesindaco Piccinini che “non c’è assolutamente volontà politica di lasciare campo libero all’API e lo si è già dimostrato con la posizione assunta dall’Amministrazione Comunale nei confronti della centrale elettrica”!
Piccinini sa perfettamente che quella posizione assunta contro le nuove centrali API conta poco sulla strada delle autorizzazioni necessarie e conta ancora meno se, come sta facendo il Sindaco Recanatini, non viene fatta energicamente valere nei confronti della Regione Marche che ha steso un velo di silenzio sull’argomento!
Ben diverso e di altro spessore morale, politico e culturale è l’esercizio di un proprio diritto da parte dell’Amministrazione comunale di Falconara (il diritto di prelazione sulla Officina Rialzo) che, in un solo colpo, avrebbe tolto dalle mani dell’API un BENE COMUNE altrimenti privatizzato!

La ex Officina Squadra Rialzo di Falconara non sarà più BENE COMUNE.
Sarà proprietà privata nel Comune di APINARA!
La responsabilità è della Giunta Recanatini!

SCHEDA

Il balletto delle cifre per esercitare correttamente
Il DIRITTO DI PRELAZIONE

Ottobre 2006: Le opere previste dal Contratto di quartiere Villanova/Falconara Nord è finanziato per 5.000.000 € dalla Regione Marche e per 2.000.000 € dal Comune di Falconara M.ma (la Legge prevede obbligatoriamente l’intervento finanziario del Comune dove si interviene con le opere, pena la decadenza di tutto l’intervento, compreso il finanziamento della Regione).

Una parte del finanziamento sarebbe servito per un parcheggio sotterraneo da realizzare in Piazza Catalani. Gli elevatissimi costi calcolati per ricavare un posto auto - circa 25.000 € - fanno si che la Giunta di Falconara rinunci ad utilizzare quel denaro per il parcheggio.

L’Assessore all’Urbanistica, Arch. Carlo Brunelli, chiese alla Regione Marche se una parte della cifra impegnata dalla Regione Marche (730.000 € dei 5.000.000 € regionali + ulteriori 100.000 € sempre dalla Regione) potesse essere dirottata sull’acquisto della ex Officina Rialzo sita a Villanova, nel quartiere oggetto delle opere del Contratto di Quartiere.

La Regione Marche diede l’OK!

I cittadini della zona interessata dal Contratto di Quartiere, convocati in pubblica assemblea, diedero il loro parere favorevole (con tanto di votazione verbalizzata).

La Giunta Recanatini scelse di ignorare tutto questo e dichiarò, come fece il Vicesindaco Piccinini, di voler privilegiare i parcheggi per le auto!

Apincontra

Pubblicato il 27 Novembre 2006 Nessun Commento »

I vertici della raffineria API - nella fattispecie il sig. Aldo Brachetti Peretti ed il sig. Franco Brunetti - sono persone sincere.
Basta un aiuto dialettico per fargli vincere una sorta di ritrosia ed ecco che dicono la verità, tutta la verità nient’altro che la verità!
Ma la verità, ahiloro, spesso non fa rima con pubblicità cosicché l’annuale e autoreferenziale vetrina aziendale APINCONTRA si è rivelata per quello che è: un CAVALLO DI TROIA soprattutto nei confronti degli studenti delle scuole falconaresi che hanno accettato l’invito dell’API!

APINCONTRA si è caratterizzata con due elementi che ne hanno rivelato l’essenza del Cavallo di Troia: le argomentazioni dei vertici dell’API (Presidente e Amministratore Delegato) riportate dalla stampa locale e l’omaggio agli intervenuti di un kit denominato “Kyoto box” in cui erano contenute due lampade a risparmio energetico e due riduttori di flusso per l’acqua del rubinetto di casa.

Le argomentazioni dei vertici dell’API

Franco Brunetti (Amministratore Delegato): “Questo sito pensa di restare per questa e per le prossime generazioni, raffinando petrolio finchè ce ne sarà, poi producendo energia“.
Aldo Brachetti Peretti (Presidente): “la centrale da 60 Mwt è quasi come il termosifone di casa…“.

Vale a dire che a fronte della costruzione delle due nuove centrali elettriche per complessivi 580 Mwe ci sarebbe stata una riduzione della raffinazione complessiva.
Questa tesi è stata più volte rilanciata ai cittadini attraverso la stampa dall’Assessore all’Industria della Regione Marche Gianni Giaccaglia, dal parlamentare di Alleanza Nazionale e candidato a Sindaco di Falconara M.ma Carlo Ciccioli e dal parlamentare dei Democratici di Sinistra Massimo Vannucci.
Che le dichiarazioni di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci fossero prive di fondamento lo avevano capito solo coloro che seguono attentamente le problematiche energetiche (non solo regionali!), ma indubbiamente la tesi di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci risultava interessante e suggestiva per la maggioranza dei cittadini che non possono approfondire la problematica.
Qui sta, secondo noi, la scorrettezza intellettuale di Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci: nel sostenere la realizzazione delle nuove centrali API essi hanno blandito il desiderio di tanti cittadini di veder progressivamente scomparire quello che ormai percepiscono chiaramente: l’inquinante, insalubre ed economicamente devastante raffinazione e dipendenza del petrolio!

Con le sue parole l’A.D. dell’API non poteva essere più chiaro sull’argomento e, nello stesso tempo, ha rivelato uno dei contenuti della pancia del Cavallo di Troia: prima si sfruttano le fonti fossili finchè ce ne saranno e poi si vedrà.

LE LAMPADINE, GLI SCARTI DEL PETROLIO ASSIMILATI A SOLE E VENTO
E I CONTI IN TASCA A BRACHETTI PERETTI!

Perché l’Italia è uno degli ultimi tra i paesi europei a produrre energia elettrica da fonti rinnovabili e tra i primi a produrla dal petrolio (e suoi scarti) e metano?
Aldo Brachetti Peretti, che ha regalato le lampadine a risparmio energetico agli studenti falconaresi, possiede una delle motivazioni in casa, anzi a casa dei Falconaresi!
La centrale elettrica IGCC da 250 Mw di Aldo Brachetti Peretti - entrata in funzione nel 1999 - brucia il tar, scarto bitumioso della lavorazione del petrolio, il quale è stato ASSIMILATO ad una fonte rinnovabile.
Quindi la centrale elettrica IGCC che usa il tar per produrre energia elettrica viene incentivata come se usasse il sole o il vento!
Questo marchingegno smaccatamente a favore dei petrolieri è stato attivato nel 1992 dal Comitato Interministeriale Prezzi (provvedimento CIP 6) il quale stravolse la decisione del governo di agevolare la costruzione di centrali elettriche che usassero fonti rinnovabili. L’agevolazione per chi avrebbe usato le fonti rinnovabili - e scandalosamente estesa anche alle assimilate come il tar che brucia l’API - consisteva nella garanzia che l’ENEL avrebbe comperato ad un prezzo più alto l’elettricità prodotta da fonti rinnovabili, prezzo più alto finanziato attraverso le bollette dei cittadini (voce A3 della bolletta).

Quanto ci sta guadagnando l’API con questo sistema?

E soprattutto, quanta di quella agevolazione che avrebbe dovuto andare alle vere fonti rinnovabili è stata catturata dall’API con il suo scarto bituminoso del petrolio “trasformato magicamente” dal CIP 6 in qualcosa di simile al sole ed al vento?

Secondo la Relazione del Gruppo di Studio attivato dalla Provincia di Ancona nel 1995 la centrale IGCC dell’API che brucia i residui bituminosi della lavorazione del petrolio produce 1 Kwh di energia elettrica al costo di 46 £ (37 per il combustibile e 9 per i costi di esercizio). Il prezzo di vendita all’ENEL dell’energia elettrica” - a causa del provvedimento governativo CIP 6 - è pari a 122 £/Kwh. Il Gruppo di Studio valutò quindi che quando nel 1999 entrò in funzione la centrale elettrica IGCC per l’API l’utile specifico è pari a 76 £/Kwh (122 £ - 46 £) ottenendo così un utile annuo sulla vendita dell’energia che ammonta a circa £ 110 miliardi di lire”.
Un paradosso ulteriore della assimilazione degli scarti del petrolio al sole ed al vento è che più cresce il prezzo del petrolio maggiore è il contributo che lo stato riconosce a quel tipo di impianti!

Ma c’è di più!
L’inchiesta pubblicata nel n° 75 di ALTRECONOMIA (Settembre 2006) ha calcolato per la famiglia Brachetti Peretti “almeno 150 milioni di €uro in sovvenzioni CIP 6 su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di €uro e utili di 96 milioni di €uro”!

A CAVAL DONATO E’ MEGLIO GUARDARE IN BOCCA!

Un impianto fotovoltaico per la produzione dell’energia elettrica necessaria al fabbisogno di una abitazione costa - al privato cittadino - circa 20.000 €.
Con 150 milioni di € annui destinati alle fonti veramente rinnovabili si potrebbero costruire ed installare circa 7.500 impianti fotovoltaici per abitazioni civili per la produzione dell’energia elettrica.
Se consideriamo che nella città di Falconara Marittima sono censite 12.004 abitazioni possiamo ritenere che con un anno e mezzo di sovvenzioni CIP 6 che la centrale IGCC dell’API incassa si sarebbero potute “solarizzare” tutte le abitazioni civili di Falconara che sarebbero diventate produttrici e consumatrici di energia elettrica.

Non solo: con la somma delle sovvenzioni incassate negli ultimi sei anni dalla centrale API che brucia tar assimilato al sole e al vento si sarebbero potute solarizzare altre tre città della grandezza di Falconara Marittima!

Qualcuno ha la volontà politica di quantificare la grande quantità di lavoro specializzato, pulito e non a rischio che si sarebbe messo in moto (e si potrebbe attivare anche adesso)?
Qualcuno - egregi Giaccaglia, Ciccioli e Vannucci - ha quantificato quanto minor impatto ambientale ci sarebbe stato e ci sarà rispetto a quanto emesso dalle centrali elettriche che utilizzano combustibili fossili (come quelle a metano e gpl che vorrebbe costruire l’API)?
Non è forse compito vostro dato che - ve lo ricordiamo associandoci all’amico Beppe Grillo - siete nostri dipendenti?

“Fatti ecco cosa racconteremo” ha dichiarato l’AD Brunetti alla vigilia di APIncontra In realtà non ci risulta che i vertici dell’API abbiano dato le informazioni di cui sopra agli studenti ed a coloro ai quali hanno regalato le lampadine a risparmio energetico!
Non ci risulta che i vertici dell’API abbiano detto ai dirigenti scolastici ed agli insegnanti delle scuole falconaresi che dal 1992 ad oggi, soltanto 6 dei circa 30 miliardi di Euro
che abbiamo pagato di tasca nostra per la costruzione di impianti da fonti rinnovabili sono serviti per supportare le energie pulite!
Buona parte degli altri 24 miliardi ha invece gonfiato i ricavi di note aziende petrolifere che bruciavano (e bruciano) gli scarti della loro produzione (che è anche la parte più inquinante) per produrre energia elettrica!

ALLORA, QUANTO VALGONO QUELLE LAMPADE REGALATE DALL’API?

Salto nel vuoto

Pubblicato il 30 Ottobre 2006 Nessun Commento »

AREA EX SQUADRA RIALZO FERROVIARIO DI FALCONARA:
SALTO NEL VUOTO DELLA GIUNTA RECANATINI?

Il diritto di prelazione che la Giunta Recanatini avrebbe potuto esercitare (ma non ha esercitato) sull’area della ex squadra di rialzo ferroviaria posta tra la spiaggia e lo storico quartiere Villanova non è declassabile a mera “questione di principio” o di “contrapposizione ideologica” nei confronti della Società API S.p.A..
Quello che è in gioco con quei 6.000 mq circa di edifici e terra è la difesa dell’integrità di una parte del territorio di Falconara M.ma prima ancora che del quartiere Villanova.
Il nocciolo della questione è se da parte della nuova Amministrazione comunale falconarese esista la volontà politica di governare questo pezzo di territorio di Falconara; se, in estrema sintesi, questo pezzo di territorio di Falconara a confine con la raffineria API sia soggetto o meno alla volontà pianificatrice del Comune.

Già nei prossimi anni la questione del by-pass ferroviario API entrerà come un mannaia sul tessuto territoriale falconarese facendo scempio anche del Piano Regolatore sostenuto dai cittadini e regalando all’API quasi 3 ettari di terreno.
Inoltre nel 1999 la giunta Carletti ha già affittato per 30 anni via Toselli (via del quartiere Villanova) all’API!

Oggi nella stessa porzione di territorio a confine con l’attuale proprietà API l’area della ex squadra di rialzo è stata messa all’asta dalle ferrovie e di fronte al rischio dell’acquisizione da parte dell’API la nuova Giunta Recanatini opta per la “non ingerenza”, esprimendo una sorta di neutralità ed indifferenza su una serissima questione che la riguarda in prima persona e riguarda tutti i cittadini falconaresi: IL GOVERNO DEL TERRITORIO IN CUI VIVIAMO!
Per una Amministrazione comunale il governo del territorio è un dovere e un diritto rispetto al quale l’atteggiamento pilatesco non è accettabile poiché i cittadini vogliono vedere tutelato il territorio e le sue potenzialità come bene comune, potenzialità che se ben pianificate portano ricchezza all’intera comunità!

Sul governo del territorio - tanto più a ridosso e confine con una grande industria - non può esserci neutralità o non intervento altrimenti si sceglie il non governo che, oggettivamente, non tutela il cittadino ed il bene comune ma favorisce il soggetto privato più forte!

E’ dunque grave che la giunta Recanatini stia abdicando al dovere di governare questa parte del territorio nel momento in cui si prospetta concretamente la futura liberazione dell’area dell’attuale scalo merci dove insiste la ex squadra di rialzo ferroviaria (sarà trasferito all’interporto di Jesi) e cioè nel momento in cui dovrebbe esercitare il massimo del controllo e della pianificazione.
Infatti prima ancora che gli scali merci fs siano trasferiti all’Interporto, con l’acquisto della grossa area della ex squadra di rialzo da parte dell’API già una parte di quella ampia fetta di terreno sarebbe condizionata, pregiudicata dall’intervento di un soggetto privato.
Si permetterebbe cioè che la Società API si incunei all’interno di un’area che quando sarà liberata potrà giocare un ruolo importantissimo per la riqualificazione del fronte mare di tutto il quartiere Villanova!

Non solo: l’idoneità dimostrata fino ad oggi dall’edificio storico della ex squadra di rialzo come affascinante contenitore culturale dove sono stati messi in scena con successo spettacoli teatrali e concerti, l’avanzata fase di allestimento di un ricchissimo museo della ferrovia (curato con passione dal Dopolavoro Ferroviario) che è contemporaneamente cultura, storia e scenografia non possono farci che gridare al “delitto” qualora l’area sia lasciata cadere in mano alla Società API S.p.A.!

Ci rifiutiamo di credere che nessun assessore della Giunta Recanatini - a parte l’Assessore all’Urbanistica Brunelli - abbia intuito che l’edificio della ex squadra di rialzo fs ed il relativo terreno costituiscono l’avamposto della riqualificazione culturale e del fronte mare, ricchezze per Falconara e per il quartiere Villanova!
Saremmo di fronte ad una vero e proprio atto di deregulation che lascerebbe mano libera agli “appetiti” privati!

Ma bisogna ricordare anche che il nuovo Piano Regolatore Generale di Falconara del 1999 ha incubato dentro di se una “singolarità” e/o anomalia proprio sulla porzione di scalo merci (lato mare) dove insiste la ex squadra di rialzo ferroviaria.
In pratica il PRG ha pianificato un “progetto programma” che nel medio periodo doveva garantire la dismissione dello scalo merci ferroviario ma, osservando la suddivisione degli elaborati planimetrici, già nel 2000 ci accorgemmo che la “ridefinizione complessiva del disegno urbano ed una valorizzazione dell’area” dello scalo merci prevista dal PRG riguardava soltanto l’altra porzione dello scalo merci, cioè quella lato monte conosciuta come lato Castellaraccia! In qualità di residenti elaborammo un’osservazione che chiedeva di considerare complessivamente lo scalo merci (lato mare e lato monte) e quindi di prevedere una valorizzazione anche dell’area lato mare dato che erano proprio le Prime Linee del Piano di Risanamento dell’AERCA elaborate dalla Regione Marche a considerare nella sua interezza lo scalo merci.
La nostra osservazione non fu ritenuta ammissibile dall’ufficio urbanistica dall’allora assessorato della Giunta Carletti (assessore all’urbanistica era Fausto Api).
Svista, cecità o incompetenza? Sta di fatto che se quella porzione sul mare dello scalo merci fosse stata inserita tra le aree da valorizzare, con la dismissione dello scalo merci molto probabilmente ora non ci troveremmo in questa situazione.
Ed allora a maggior ragione la nuova Giunta falconarese non può perseverare in una svista, cecità o incompetenza poiché il suo attuale Assessore all’urbanistica - l’Arch. Carlo Brunelli - ha capito l’importanza di quell’area dove oggi insiste la ex squadra di rialzo ferroviaria e ha trovato e proposto la soluzione per “sanare” la pericolosa mancanza della Giunta Carletti!

Per concludere citiamo un articolo che l’Arch. Antonio Cederna scrisse sulla rivista “Arancia Blù” a Marzo del 1990: “E’ vano pretendere di aver ragione dell’inquinamento di aria, acqua e suolo se non se ne combatte la causa prima, cioè l’inquinamento urbanistico, l’uso distorto che da decenni andiamo facendo del territorio per incapacità e rifiuto di pianificarlo nell’interesse generale“.

Sturiellet

Pubblicato il 15 Settembre 2006 Nessun Commento »

In appendice al più o meno palese sostegno al progetto delle centrali elettriche dell’API, politici ed onorevoli nostrani divulgano curiose “sturiellet”. Una, in particolare, che piace molto e disinforma altrettanto è quella relativa alla presunta riduzione della raffinazione del petrolio da parte dell’API qualora fossero realizzate le due centrali elettriche API per complessivi 580 MWe.
Questa curiosa “sturiellet” piace essere divulgata tanto da esponenti del centro-sinistra quanto da quelli del centro-destra!

Vediamo la fresca “sturiellet” direttamente dalla rassegna stampa:

« Il progetto messo a punto dall’API di Falconara (…) non è una cosa da sottovalutare visto che ci troveremmo con una diminuzione della raffinazione in favore della produzione di energia »
Gianni Giaccaglia (Assessore regionale all’Industria ed alle Fonti Energetiche) al Resto del Carlino del 13/7/2006.
« (…) Non vuol dire che non si possano realizzare anche grandi centrali. (…) Ad esempio si dovrebbero valutare bene le proposte dell’Api che vuole costruire due nuove centrali sul suo sito: questo comporterebbe una riduzione della raffinazione complessiva. »
Massimo Vannucci (segretario regionale Democratici di Sinistra) al Resto del Carlino del 11/7/2006.
« La domanda è come possiamo produrre energia? Credo che la risposta sia con la combustione o la termovalorizzazione. (…) la combustione, che può essere anche a metano, e in questo capitolo un ruolo importante lo gioca il progetto dell’Api: ci sarà sicuramente bisogno di altissima tecnologia e quindi sicurezza, ma credo i risultati saranno ottimi. Senza contare la diminuzione della raffinazione »
On. Carlo Ciccioli (coordinatore regionale di Alleanza Nazionale e deputato alla Camera di AN)) al Resto del Carlino del 11/7/2006.


PERCHE’ E’ UNA STURIELLET ???

Come è nostro costume lasciamo dimostrare la reale consistenza della STURIELLET della presunta diminuzione della raffinazione ad una semplice ricerca documentale che forse anche superstipendiati assessori, segretari ed onorevoli avrebbero dovuto avere l’accortezza di fare personalmente o far fare ai loro portaborse.


Documento n° 1

G.B. Zorzoli
esperto di problemi energetici, ambientali e di innovazione tecnologica
E’ stato docente al Politecnico di Milano
Consigliere ISES Italia
Docente universitario (Università di Roma 1) in Management dell’Energia e dell’Ambiente

« (…) il petrolio sta trasformandosi da fonte energetica multiuso a risorsa destinata in misura crescente al trasporto sotto forma di benzina e gasolio (…) »

Documento n° 2

Paolo Scaroni
Amministratore Delegato dell’ENI - raffineria di Marghera
da Il Sole - 24 Ore del 26/8/2006

« (…) Quanto alla raffineria Scaroni ha chiarito che l’obbiettivo non è trattare più petrolio ma “produrre più kerosene e gasolio (…) perché il mercato oggi richiede prodotti che sono più leggeri” ».

Documento n° 3

Luigi De Paoli
Direttore dell’Istituto di Economia e Politica dell’Energia e dell’Ambiente all’Università Bocconi
da Il Sole - 24 Ore del 26/8/2006

« Il petrolio continuerà a dominare la scena mondiale ancora per molto tempo. Il 60% del greggio viene assorbito dal settore trasporti. E nonostante il gran parlare di idrogeno, al momento, non sono in vista dei validi sostituti. »

Documento n° 4

Il gasolio “blu”!

Fonte: Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio  - Direzione Generale per la Salvaguardia Ambietale - oggetto: “API S.p.A. Verifica di esclusione dalla procedura di VIA per il progetto di adeguamento e di ammodernamento del ciclo di desolforazione gasoli in attuazione della direttiva “Auto-Oil” della Raffineria di Falconara Marittima (AN), proposto da API S.p.A” (apri documento in formato pdf 154KB)
Ricorderete sicuramente che l’AGIP ha introdotto qualche anno fa il gasolio “blu”, cioè con un tenore di zolfo inferiore. Oggi anche l’API ha dovuto adeguare ed ammodernare il ciclo di desolforazione gasoli in attuazione della direttiva europea chiamata”Auto-Oil”.

L’ammodernamento - concluso nel 2005 - è consistito in
« interventi sugli impianti esistenti, finalizzati alla produzione di gasoli a basso tenore di zolfo, conformi alle disposizioni delle Direttive 98/70/CE (recepita dal DPCM 434/00) e Direttiva CEE/CEEA/CE n° 17 del 3/03/2003 (recepita con Legge 31 ottobre 2003 n. 306), le quali impongono una riduzione del tenore di zolfo da 150 a 50 ppm, a partire dal 2005, ed un ulteriore diminuzione fino a 10 ppm a partire dal 2008 ».

Ma, soprattutto, è l’API stessa che non ci risulta abbia mai affermato e mai scritto l’intenzione di diminuire la raffinazione!!


Dunque chiediamo ad Onorevoli, Assessori e Segretari vari dove trovano motivazioni economiche e/o di politica industriale che dovrebbero indurre l’API a ridurre l’attività di raffinazione del petrolio a fronte della realizzazione delle due centrali elettriche che, è bene ricordare a differenza di tanta Informazione, utilizzeranno anche gpl, cioè gas raffinato dal petrolio!!!

INFORMATEVI e STUDIATE, invece di raccontare STURIELLET!!!

Gola profonda

Pubblicato il 28 Agosto 2006 Nessun Commento »

Una ISPEZIONE ANNUNCIATA è una contraddizione in termini.

Il dubbio sorge da come la notizia è apparsa su un quotidiano locale di domenica 20 Agosto (articolo che riproduciamo a lato) in merito ad una ispezione presso la raffineria API di Falconara M.ma.
Il sopralluogo del Ministero ai primi di Settembre servirebbe per “verificare lo stato di avanzamento dei lavori di bonifica prescritti dall’ultima conferenza dei servizi svoltasi a Roma nel gennaio scorso“.
L’articolo mette in evidenza il sopralluogo (non troppo) segreto” da parte dei tecnici del Ministero dell’Ambiente, “coadiuvati, tra gli altri dai Carabinieri del Noe, dagli esperti dell’Arpam e da quelli del Comune di Falconara”.
Forse non a torto, dato che perfino un film comico come I TARTASSATI mostrava come l’integerrimo maresciallo della finanza Fabio Topponi (Aldo Fabrizi) si presentava all’improvviso ed in incognito nel negozio di abbigliamento del cav. Torquato Pezzella (Totò) al fine di inchiodarlo per evasione fiscale!
In realtà la dovizia di particolari contenuti nell’articolo del quotidiano pone alcuni seri problemi.
Dall’articolo si deduce che la eventuale “gola profonda” ha informato la giornalista che l’ispezione congiunta del Ministero dell’Ambiente, dei Carabinieri del NOE, dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale delle Marche (ARPAM) e del Comune di Falconara era accompagnata da una certa riservatezza.  A nostro avviso diffondendo la notizia ad una giornalista, “gola profonda” ha inteso, se di “sopralluogo segreto” si trattava, compromettere la riservatezza dell’ispezione e, forse, la sua efficacia nel verificare il rispetto di precise disposizioni a tutela del nostro mare Adriatico e del  nostro fiume Esino, non trattandosi di un collaudo di un impianto o parti di impianto della raffineria API (collaudi che richiedono l’ovvio appuntamento tra collaudante e collaudato) come da disposizioni normative.

Noi cittadini e comitati non possiamo fare a meno di chiederci, retoricamente, a favore di quali interessi potrebbe avere agito “gola profonda“!
E nascono in noi due altri interrogativi:

  • esiste un rapporto tra l’ispezione annunciata e l’esito dell’iter di valutazione e autorizzazione del progetto delle due nuove centrali elettriche dell’API?

  • esiste un rapporto tra l’ispezione annunciata e il permanere della validità del rinnovo della concessione da poco effettuato da parte dell’Amministrazione Regionale?

Vogliamo dire, se da un controllo ispettivo della situazione dell’inquinamento del sottosuolo IPOTETICAMENTE, ripetiamo IPOTETICAMENTE, emergesse che la raffineria API non ha ottemperato a quanto prescritto nel corso della conferenza dei servizi del gennaio scorso questo potrebbe contribuire a pregiudicare la possibilità di ottenere l’autorizzazione alla costruzione delle due nuove centrali elettriche?
O, addirittura, provocare la decadenza del rinnovo della concessione?

A noi sembra che questo “sopralluogo annunciato” possa compromettere seriamente l’efficacia del sopralluogo medesimo INDISPENSABILE per determinare il grado di rispetto delle norme che, a sua volta, garantisce la tutela dei cittadini, della loro salute e del territorio in cui vivono.
Se il sopralluogo avesse dovuto essere “segreto” verrebbe a mancare il presupposto iniziale ed essenziale e, quindi, verrebbero a vacillare tutte le altre garanzie consequenziali!

Questa situazione rischia di incrinare il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti degli enti controllori, della loro efficienza nel controllare che potenze industriali come l’API rispettino le norme, tanto più perché sono industrie a rischio per l’incolumità e la salute dei cittadini e del territorio.
Gli Enti controllori devono, ora, assolutamente sgombrare il campo da qualsiasi dubbio che possa indurre i cittadini a guardate con diffidenza anche la più limpida azione - da compiere e compiuta - delle Amministrazioni e degli Organi tecnici su questioni che riguardano gli impianti del comprensorio API.

Dunque, qualora questo sopralluogo avesse dovuto effettivamente avere il requisito della segretezza, è auspicabile che le Amministrazioni, gli Enti e gli Organismi preposti, coinvolti in questa sconsolante vicenda, si adoperino per accertare se “gola profonda” abbia “annunciato” sopralluoghi e/o procedimenti ispettivi, riservati o segreti, anche negli anni scorsi a detrimento della sicurezza dell’intera comunità che vive nell’Area ad Alto Rischio di Crisi Ambientale.

(*) “Gola profonda” era il nomignolo con il quale i giornalisti del Washington Post, Bob Woodwart (Robert Redford) e Carl Bernstein (Dustin Hoffman), indicavano lo sconosciuto informatore nel film TUTTI GLI UOMINI DEL PRESIDENTE (1976). Il film di Alan J. Pakula racconta della celebre inchiesta dei due giornalisti che fece esplodere lo scandalo Watergate e portò alle dimissioni del presidente Nixon. Anni dopo fu resa nota la vera identità di “gola profonda”: si tratta di Mark Felt, dirigente dell’FBI che aiutò i due cronisti a risolvere l’enigma Watergate.

API: Centrali elettriche a prescindere … dal PEAR

Pubblicato il 26 Luglio 2006 Nessun Commento »

L’Amministratore Delegato di “API raffineria di Ancona” S.p.A. - Dott. Franco Brunetti - ha scritto a due cittadini falconaresi associati ai Comitati (guarda caso presidenti dei Comitati Villanova e Fiumesino, ma trascurando, riteniamo deliberatamente, i Comitati stessi), allegando un sintetico riassunto delle «caratteristiche (…) valenze tecniche, ambientali e sociali» del progetto delle due centrali elettriche a ciclo combinato (520 e 60 MWe) che l’API è intenzionata a costruire nel suo comprensorio.

Considerato che in queste ultime settimane abbiamo notato Organi di Stampa che, come si dice in gergo, “tirano la volata” a quel progetto, prendiamo spunto dalla missiva dell’AD dell’API per una serie di nostre (DEI COMITATI) riflessioni sull’argomento. Riflessioni certamente di parte - intese a chiarire le nostre ragioni a tutela della salute e dell’incolumità pubblica - , ma adeguatamente documentate.

Dunque, Vi proporremo una serie di capitoli sullo stesso argomento delle centrali e garantiamo comunque, sia a chi ci sostiene sia ai nostri avversari, UNA ADEGUATA, ENERGICA E PRECISA BATTAGLIA IN TUTTE LE SEDI PER NON FAR COSTRUIRE LE DUE NUOVE CENTRALI E SALVARE LA SALUTE DEI CITTADINI, LA CITTA’ DI FALCONARA ED IL TERRITORIO RICONOSCIUTO E DICHIARATO AD ALTO RISCHIO DI CRISI AMBIENTALE!

Capitolo 1

“C’è posta per te”

Dunque l’AD della raffineria API ci ha personalmente scritto.
Certo proprio a noi due, Loris e Franco.
E’ accaduto in altre occasioni (ad esempio all’indomani dell’incendio del 25/8/1999, o in occasione di “Apincontra“) che l’API ci abbia scritto personalmente.
Quando l’API scrive a 2 tra i 29.000 cittadini falconaresi… SORPRENDE!… soprattutto se quei due sono sempre gli stessi!
Eppure la nostra memoria ci riporta a quando è stato il momento di minacciarci di querela per presunte diffamazioni individuate tra gli scritti di questo nostro sito web. Allora si che la raffineria API si è ricordata di indicarci come responsabili dei Comitati, si è ricordata che esistono queste Associazioni di cittadini chiamate Comitati di quartiere (Villanova, Fiumesino e “25 Agosto”).
Dunque presumiamo che in questa occasione l’AD dell’API, Dott. Franco Brunetti, abbia ancora una volta deliberatamente evitato di inviare la lettera alle Associazioni di Villanova e Fiumesino per DISCONOSCERNE la legittimità.
E’ ovvio che ciò non provoca in tutti gli associati angoscia e depressione… Non abbiamo certo bisogno del riconoscimento della raffineria API di Ancona per sentirci determinati e legittimati, nonché per difenderci e difendere i cittadini dalle aggressioni ambientali, sanitarie e territoriali determinate dall’attività della raffineria API!
La stessa Magistratura ha riconosciuto tale legittimità non solo nell’ammetterci ai  procedimenti penali relativi ad incidenti verificatisi nella raffineria, ma addirittura condannando la Soc. Api a risarcire i comitati per i danni subiti a seguito dell’incidente del 25 Agosto 1999). Infatti: .

  • siamo parte civile contro l’API nel processo per il rogo del 25/8/1999;

  • siamo parte lesa contro l’API per il rogo del 8/9/2004;

  • siamo parte civile contro l’API per l’emergenza Ozono dell’Agosto 2000;

  • stiamo attendendo le valutazione della Procura di Ancona sul nostro esposto relativo a 3 anni di elevato inquinamento acustico determinato dalla “messa a punto” della centrale elettrica IGCC (2000-2003);

  • stiamo attendendo le valutazione della Procura di Ancona sul nostro esposto relativo alle pesanti esalazioni di Idrogeno solforato a causa di un serbatoio API che l’ARPAM ha trovato con il tetto bucato (2004)!

Questo ci basta e avanza.
Vivaddio, Dott. Brunetti, alle udienze suddette erano pur presenti avvocati e funzionari di codesta Società, ma almeno i Vostri legali di Roma che ci hanno inviato la lettera di diffida a continuare il nostro lavoro di informazione Le avranno pur detto che esistono due Comitati con tanto di Statuto ed Associati!
Certo che abbiamo capito, Dott. Brunetti: Lei usa il metodo del bastone e della carota perché crede di avere a che fare con i somari! Lei pensa che facendo finta di non conoscerci noi smettiamo di esistere ? Ovvero smettiamo di lottare per la nostra esistenza?
NOI esistiamo, Dott. Brunetti, ci siamo e saremo sempre presenti ed attenti. E il suo sforzo immane e pretestuoso di volerci “cancellare” non darà frutti! E’ come scavare un POZZO SENZA FONDO! Scavi, scavi pure, continui a scavare, ma le garantiamo che non troverà il petrolio!

Capitolo 2

“E’ LA SOMMA CHE FA IL TOTALE”

Prendiamo in considerazione una delle pagine del sintetico riassunto delle << caratteristiche (…) valenze tecniche, ambientali e sociali >> del progetto delle due centrali elettriche a ciclo combinato (520 e 60 MWe) inviatoci dall’AD Franco Brunetti della raffineria API di Ancona.
Nella pagina (che riproduciamo a lato) ci indicano che produrranno 502 GWh di energia con la centrale da 60 MWe nonché 3430 GWh di energia con la centrale da 520 MWe, ambedue a metano e, se lo riterranno utile, a metano + gpl (gas ottenuto dalla raffinazione del petrolio).
Sempre nel documento dell’API viene data indiretta risposta anche alla domanda: per produrre complessivamente 3932 GWh di energia dalle turbine a gas quanti e quali inquinanti vengono prodotti?
Il documento Api ci indica le sostanze che verranno emesse (e le concentrazioni che per questo capitolo tralasceremo):

  • Ossidi di azoto

  • Ossidi di zolfo

  • Ossidi di carbonio

  • Polveri

Sarà che il documento inviatoci dall’API è un sintetico riassunto ma esso tralascia di informarci (quanto meno elencandoli) sui seguenti inquinanti primari emessi in aria da parte delle turbine alimentate a gas naturale (fonte: US EPA [1] ):

  • Acetaldeide

  • Acroleina

  • Benzene

  • Formaldeide

  • Naftalene

  • Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA)

  • Toluene

  • Xileni

  • Metano

  • Biossido di zolfo

  • Composti Organici Totali (TOC)

  • Composti Organici Volatili (VOC)

  • Particolato Totale

Di nostro pugno - senza timore di essere smentiti - aggiungiamo a questo elenco anche l’Ammoniaca dato che nel progetto si parla dell’uso di uno o due abbattitori di Ossidi di azoto: il DeNOx SCR ad ammoniaca. DeNOx SCR che conosciamo molto bene nel funzionamento- in quanto rocambolescamente inserito dal 2000 anche nella centrale elettrica IGCC dell’API nonostante l’opposizione di 6.500 cittadini e dell’allora Assessore all’Ambiente della Provincia di Ancona, Marco Lion - ma dagli effetti reali assolutamente sconosciuti dato che gli Organi tecnici competenti, su tale aspetto, sembrano brancolare nelle nebbie e non ci risulta che stiano effettuando o, quantomeno, programmando analisi ed accertamenti sulle conseguenze che l’immissione di ammoniaca (e dei composti che genera) nell’aria ha nei confronti dell’ambiente e delle persone.

E’ interessante notare che la raffineria API ci informa che tra le sostanze emesse dalle due nuove centrali ci saranno le Polveri; termine che, a nostro parere, viene usato in modo disinvolto ed ambiguo, perché troppo generico, quanto meno non completo, non esauriente, dato che nella letteratura scientifica (non solo statunitense) è ampiamente dimostrato che quando si parla di combustione di gas naturale si ha essenzialmente a che fare con polveri fini: PM10 e PM2,5 la cui pericolosità per la salute umana è ben nota e per le quali la Comunità Europea ha stabilito limiti di legge da rispettare progressivamente sempre più ristretti.

Ma c’è dell’altro.

La raffineria API, nell’opuscolo che ci ha inviato, non ci informa nemmeno sui metalli pesanti emessi nell’aria dalla combustione del gas metano:

  • Zinco

  • Bario

  • Vanadio

  • Nichel

  • Cromo

  • Cadmio

  • Piombo

  • Mercurio

Non soltanto la US EPA ma anche ricercatori del CNR (Nicola Armaroli e Claudio Po) in preziosi studi sostengono che questi metalli pesanti emessi in aria non possono considerarsi trascurabili poiché la quantità di metano che viene bruciata nelle centrali elettriche è dell’ordine di centinaia di milioni di metri cubi all’anno!

Speriamo di trovare informazioni dettagliate su queste “sostanze dimenticate” nello Studio di Impatto Ambientale presentato dall’API e messo a disposizione del pubblico.
Intanto, però, se un cittadino sperasse di farsi un’idea sull’impatto delle due nuove centrali a metano dell’API dall’opuscolo inviatoci personalmente quell’idea sarebbe indubbiamente parziale e distorta.


[1] Emission Factor Documentation of AP-42 Section 3.1,Stationary Combustion Turbines, US Environmental Protection Agency, Alpha-Gamma Technologies Inc., Raleigh, North Carolina, 2000.

Capitolo 3

Saranno Pazzi Quelli della Shell?

In base a come vengono usate le parole ci è permesso di capire un ragionamento, un’idea, un progetto oppure possiamo venir confusi e perdere il senso di un ragionamento, di un’idea, di un progetto.
Nel caso della lettera inviataci dall’Amministratore Delegato dell’API, Dott. Franco Brunetti, vogliamo analizzare le parole “complementare” ed “evoluzione” alla luce del progetto delle due centrali elettriche in fase di “screening” concessorio!

La frase

<< Percorrendo una strada complementare alle linee di indirizzo tracciate dal PEAR, il progetto api diventa un contributo ed un sostegno al raggiungimento dell’autonomia energetica del territorio, disegnando l’evoluzione del sito di Falconara secondo gli impegni condivisi con le Istituzioni locali nel Protocollo d’Intesa con queste ultime sottoscritto >>.

E’ ragionevole ritenere che quando il Consiglio Regionale delle Marche approvò il Piano Energetico Ambientale Regionale (PEAR), frutto di studi e valutazioni approfondite, non lo considerava certamente incompleto e bisognoso di apporti complementari. Se lo fosse stato non sarebbe stato un Piano presentabile, votabile e approvabile. Noi, che abbiamo seguito il suo iter, non abbiamo mai sentito levarsi - neanche dai banchi dell’opposizione in Consiglio Regionale - l’accusa di incompletezza nei confronti del PEAR.
Dunque il PEAR è uno strumento definito e chiaro, uno strumento di programmazione che ha bisogno di tempo per realizzare il risparmio energetico, lo sviluppo e la diffusione delle energie rinnovabili, la realizzazione di piccole centrali elettriche a metano e cogenerazione e trigenerazione (max 10 o 20 MWe) nei distretti industriali che ne necessitano.

In questa situazione la strada complementare della grande centrale a metano e gpl dell’API suona come una unilaterale, non richiesta dichiarazione di incompletezza del PEAR.
Così l’API, con le due centrali a combustibili fossili per complessivi 580 MWe, “propone” alla Regione di completare il PEAR, usando congiuntamente gli strumenti individuati dal Piano e quelli ritenuti utili dall’API stessa (le due centrali). In altre parole le nuove centrali API sarebbero gli elementi che aggiunti a quelli previsti dalla Regione renderebbero completo il tutto.

Le domande spontanee:

  1. come mai l’API che con la sua API - HOLDING sta già sviluppando impianti eolici per la produzione di energia elettrica (700 MW complessivi) nel Lazio, in Campania, Puglia e Sicilia non propone questo tipo di investimenti ai marchigiani ed alla Regione Marche? (Vedi http://www.apioil.com/ita/fonti_alternative.asp )

  2. Come mai API - HOLDING che guarda anche all’energia fotovoltaica ed al solare termico non propone ai marchigiani e alla Regione - ora e subito - questa che chiama “la sfida del futuro”?

  3. Perché in un’area ad alto rischio di crisi ambientale i cui abitanti sono sottoposti ad un’indagine epidemiologica per il rischio LEUCEMIA la raffineria API continua a proporre l’accumulo di centrali elettriche a fonti fossili, inquinanti e malsane?

Alla luce di quanto detto sopra il concetto di “evoluzione del sito API di Falconara” usato dall’API crea non poca confusione.
Se il concetto di evoluzione evoca un processo di mutamento, di trasformazione che porta all’affermazione di nuovi caratteri, ci chiediamo dove dovrebbero essere individuati questi nuovi caratteri nella volontà API di realizzare altre due centrali a combustibili fossili!

Dov’è individuabile l’evoluzione che faccia un po’ affrancare l’Italia dalle fonti fossili che siamo costretti ad importare - a caro prezzo - dagli altri paesi?

Dov’è individuabile l’evoluzione dell’API se tonnellate di altre sostanze inquinanti verranno immesse ed aggiunte a quelle già presenti nell’aria che respiriamo a causa della raffineria e dalla centrale elettrica IGCC?

Avremmo potuto parlare di evoluzione se, per esempio, una centrale a carbone od olio combustibile fosse stata convertita a metano. Ma qui si vogliono AGGIUNGERE DUE CENTRALI A METANO E GPL AD UNA RAFFINERIA E AD UNA CENTRALE CHE GASSIFICA RESIDUI PETROLIFERI!

Avremmo potuto vedere l’evoluzione se, per esempio, API - HOLDING avesse offerto alla Regione Marche “l’accellerazione imprenditoriale” per far decollare l’eolico non solo nei siti appenninici individuati dalla stessa Regione, ma anche in mare (ovviamente senza baratti di tipo “compensatorio”: ovvero tu mi fai costruire la mia grossa centrale ed io investo anche su un po’ di energia rinnovabile!)
Così come evoluzione sarebbe stato inteso un concreto impegno industriale nel settore del fotovoltaico che però, non a caso, l’API continua ancora a considerare una sfida del futuro!
La Shell Solar produce anche i pannelli fotovoltaici… Sono forse imprenditorialmente degli aspiranti suicidi o, parafrasando il personaggio di Obelix, Sono Pazzi Questi della Shell (SPQS)?

Leggete qua sotto:

http://www.dw-world.de/english/0,1594,1446_A_1321857_1_A,00.html

Il 9 Settembre 2004, inaugurato a Espenhain, vicino a Lipsia, un impianto fotovoltaico da 5 megawatt basato sulla tecnologia delle celle fotovoltaiche a silicio monocristallino. L’impianto occupa 20 ettari di terreno contaminato da polvere di lignite che non sarebbe stato possibile recuperare per altri usi. Il costo totale dell’impianto è di 22 milioni di Euro.

L’energia solare ottenuta dai pannelli fotovoltaici è ancora costosa rispetto a quella prodotta con combustibili fossili. Se però si tiene conto dei danni fatti all’ambiente dai fossili e del progressivo esaurimento delle risorse, la legge tedesca sull’energia rinnovabile appare lungimirante nell’aver incoraggiato l’espansione su larga scala dell’energia fotovoltaica.

L’impianto è stato realizzato dalla ditta di Berlino Geosol, i pannelli fotovoltaici sono di produzione Shell Solar e Siemens. Nuovi impianti di portata simile sono in progettazione. Oggi, la quantità di energia elettrica rinnovabile prodotta in Germania ha raggiunto il 9%, una quantità che è raddoppiata in pochi anni. Il governo tedesco programma di mantenere questi ritmi di crescita e di ottenere il 20% dell’elettricità da fonti rinnovabili entro il 2020.