INFOPILLOLA N°4: LA NOSTRA ARIA !

Pubblicato il 3 Novembre 2008 Nessun Commento »

infopillola: il risultato atteso!

infopillola: il risultato atteso!

TUTTE LE NOTIZIE CHE GLI ORGANI DI INFORMAZIONE VI FANNO MANCARE VE LE FORNIAMO NOI…

UNA INFOPILLOLA AL GIORNO PUO’ TOGLIERE LE CENTRALI DI TORNO!

N° 4

LA NOSTRA ARIA


2004 - 2005 - 2006 :

la raffineria API e la sua centrale elettrica IGCC hanno violato la prescrizione del Decreto di Concessione Regionale riguardo ai limiti di emissione degli Ossidi di Azoto (NOx)


NOx 2004 ► + 105 tonn/anno

NOx 2005► + 92 tonn/anno

NOx 2006 ► + 59 tonn/anno

Effetti NOx su ambiente: Smog fotochimica, formazione di Ozono, con Ammoniaca forma PM2,5 (Nitrati di ammonio).  Piogge acide: acido nitrico

Effetti sulla salute; bronchiti, edemi polmonari, decessi. Occhi: irritante


STUDIO ARPAM 2002:

Bioaccumulo elevato di NICHEL sui Licheni (Bioindicatori capaci di accumulare all’interno dei propri tessuti metalli pesanti o altre sostanze che indicano lo stato di salute dell’ecosistema) nelle seguenti zone di Falconara:

Fiumesino - Falconara A. via Pergoli, via Tesoro e Barcaglione - Aeroporto via Caserme - Moscardino - Castelferretti via del Lavoro.


La presenza del Nichel come contaminante atmosferico è ascrivibile in parte alla combustione del petrolio, del carbone, del gasolio, degli inceneritori, fonderie ed acciaierie.

Il Nichel metallico ed i suoi composti vengono assorbiti per via cutanea o attraverso le mucose. Studi sull’uomo e su animali da laboratorio hanno riportato che l’esposizione al Nichel aumenta il rischio di sviluppo di tumori polmonari e nasali. L’Agenzia Statunitense per la protezione Ambientale (US EPA) ha classificato il Nichel in classe A, come cancerogeno umano.

 


Polveri sottili PM10

Le linee guida di qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che le medie annuali non dovrebbero essere superiori a 20 µg/mc (microgrammi/metrocubo). Il limite di Legge in Italia è di 40 µg/mc come media annua e 50 µg/mc come media giornaliera da non superare più di 35 volte nell’arco di un anno. La stazione di rilevamento di tipo industriale di Falconara/Scuola (Villanova) ha fornito i seguenti dati:

Anno 2006: su 231 rilevamenti effettuati ci sono stati 69 superamenti di 50 µg/mc (117 superamenti della soglia dei 40 µg/mc);

Anno 2007: su 251 rilevamenti effettuati ci sono stati 62 superamenti della soglia di 50 µg/mc (100 superamenti della soglia dei 40 µg/mc).


Polveri sottili PM2,5

Le linee guida di qualità dell’aria dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che le medie annuali non dovrebbero essere superiori a 10 µg/mc. La recente  Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo del 21/5/2008, stabilisce che gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 µg/mc di PM2,5 da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010.

La stazione di rilevamento industriale di Falconara/Scuola ha fornito i seguenti dati:

Anno 2007: su 206 rilevamenti effettuati 116 superamenti di 25 µg/mc.

MAI PARLATO DI NECESSITA’ DI REFERENDUM SULLE CENTRALI API!

Pubblicato il 24 Ottobre 2008 Nessun Commento »
attenzione, attenzione!ASSOCIAZIONE COMITATO QUARTIERE VILLANOVA
ASSOCIAZIONE COMITATO 25 AGOSTO


COMUNICATO STAMPA 24/10/2008


MAI PARLATO DI REFERENDUM SULLE CENTRALI ELETTRICHE API!

Gli scriventi Comitati smentiscono nella maniera più assoluta di aver mai parlato di necessità di referendum rispetto al progetto API di costruzione di due nuove centrali elettriche all’interno del proprio comprensorio.

Ci risulta che tale necessità, fino ad oggi, sia stata posta, legittimamente MA IN ASSOLUTA SEPARATEZZA DALLA MOBILITAZIONE DEI CITTADINI, soltanto da un partito politico a livello comunale, il Partito Democratico di Falconara.

Attualmente gli associati dei Comitati lavorano insieme a liberi cittadini e come liberi cittadini all’interno dell’ASSEMBLEA PERMANENTE NO CENTRALI API con l’obbiettivo di informare la cittadinanza sui veri impatti sanitari e ambientali del progetto dell’API e per fare in modo che il Presidente della Regione Marche neghi l’intesa Stato-Regione su di esso!

Pertanto sono le decisioni adottate dall’ASSEMBLEA PERMANENTE NO CENTRALI API che determinano le attività e le modalità della battaglia contro il progetto di altre 2 centrali elettriche a Falconara e nell’AERCA.

InfoPillola n°3: La Nostra Salute!

Pubblicato il 24 Ottobre 2008 1Commento »

LE NOTIZIE CHE GLI ORGANI DI INFORMAZIONE VI FANNO MANCARE VE LE FORNIAMO NOI…
1 INFOPILLOLA AL GIORNO PUO’ TOGLIERE LE CENTRALI DI TORNO

InfoPillola N°3:
LA NOSTRA SALUTE

le pillole scacciacentrali

Dott. Andrea Micheli, Responsabile dell’Unità Funzionale di Epidemiologia Descrittiva dell’Unità di Epidemiologia dell’Istituto per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano:

“… I dati analizzati mostrano come l’aumento nel periodo (n.d.r. 1980-2000) dei tassi di mortalità per tumori del sistema emolinfopoietico e leucemie a Falconara Marittima possa essere un segnale di un rischio in eccesso rispetto all’attesa….”


Dott. Valerio Gennaro - Epidemiologo; Membro del Comitato Nazionale Tecnico Scientifico ISDE medici per l’Ambiente. [FONTE: Convegno di Medicina Democratica a Falconara M. il 7 dicembre 2007]

INDAGINI EPIDEMIOLOGICHE

“Le Indagini Epidemiologiche si fanno per conoscere e per fare prevenzione primaria, dunque per rimanere sani e per aiutare a decidere. Le Indagini Epidemiologiche ci forniscono la conoscenza dello stato di salute delle persone in funzione dei passati fattori di rischio e, dunque, servono a capire che cosa è successo in passato e decidere che cosa si può fare in futuro per quanto riguarda l’impatto sulla salute.

Affinché una Indagine Epidemiologica abbia una qualche utilità per l’Amministratore, il Sanitario ed il cittadino è necessario attendere che essa sia terminata. (…)

Come epidemiologo dico che in primo luogo si deve fare tesoro del principio di precauzione che significa rispettare salute e ambiente anche se non abbiamo quel sostegno scientifico tale che ci permette di dire “siamo sicuri che c’è un danno o siamo sicuri che non c’è un danno”.

Il principio di precauzione si applica quando non c’è questa certezza scientifica.

La massa di inquinanti che regolarmente può uscire dalle ciminiere di un impianto va quantificata ma ciò non significa che prima si fa l’impianto e poi misuriamo i malati!

Bisogna fare il contrario: studiamo le esperienze passate, andiamo a vedere che cosa è già successo, andiamo a studiare in modo rigoroso che cosa è successo in altre zone e scopriremo che effettivamente gli ossidi di zolfo, i composti organici volatili, ecc. hanno prodotto dei danni alla salute.

Quindi non c’è bisogno di costruire altre centrali e poi dire andiamo a vedere con gli studi epidemiologici!


Dott. Luigi Gasparini - Medico Igienista, Medico per l’Ambiente, Presidente di Medicina Democratica della Provincia di Ferrara. [FONTE: Convegno di Medicina Democratica a Falconara M. il 7 dicembre 2007]

“Ho avuto modo di leggere il Prestudio del Dott. Andrea Micheli che ha dato l’input alla Indagine Epidemiologica in corso sulla popolazione di Falconara M.ma, Chiaravalle e Montemarciano…Per esempio ho notato che a Falconara non c’è il calo delle malattie respiratorie rispetto al calo delle stesse nel resto della Provincia di Ancona.


Servizio Epidemiologia Ambientale del Dipartimento di Ancona dell’ARPAM:
“Valutazione di impatto sanitario del PM10 e dell’O3 in 12 comuni della regione Marche nel 2006 “

NEL 2006 A CAUSA DELLE SOLE PM10 A FALCONARA CI SONO STATI

  • 4 DECESSI PER CAUSE CARDIACHE
  • 1 DECESSO PER CAUSE RESPIRATORIE
  • 5 RICOVERI PER CAUSE CARDIACHE
  • 6 RICOVERI PER CAUSE RESPIRATORIE

Il Servizio di Epidemiologia scrive nelle conclusioni della Valutazione:

“è ormai solida la convinzione che non esiste una soglia minima di concentrazione di questo inquinante inferiore alla quale non si registrano effetti sanitari (…) I RISULTATI HANNO MOSTRATO CHE IL PESO DEL PM10 È CONSISTENTE SIA IN TERMINI DI DECESSI CHE DI RICOVERI OSPEDALIERI. Questi risultati offrono un nuovo, seppur modesto, contributo che potrebbe sensibilizzare ulteriormente i decisori politici al problema dell’inquinamento atmosferico”.

Lo Studio occupazionale effettuato dall’Istituto d’Igiene della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Ancona in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità ha interessato 659 (650 uomini e 9 donne) lavoratori della raffineria in servizio fra il 1974 ed il 1989

“Lo studio sugli addetti all’impianto petrolchimico (studio occupazionale) (…) ha rilevato eccessi di mortalità tumorale complessiva e di tumori cerebrali in particolare, dato questo in linea con le risultanze di studi simili condotti in altri Paesi e pubblicati sulla letteratura internazionale”.


Dott. F. Franceschini, Centro malattie respiratorie - allergologia, Az. Osp. G. Salesi - Ancona

“E’ dimostrato che gli inquinanti atmosferici possono provocare danni respiratori a cominciare da valori assai bassi, tanto che per gli inquinanti invernali (SO2 Biossido di Zolfo, NO2 Biossido di Azoto e Polveri Sottili) non esiste una vera soglia di sicurezza (…) Nettamente in contrasto con questa situazione è la Legge italiana, molto permissiva in fatto di inquinamento”

InfoPillola N°2: intanto respiriamo i miasmi della combustione di un rifiuto nocivo e cancerogeno!

Pubblicato il 21 Ottobre 2008 Nessun Commento »
LE NOTIZIE CHE GLI ORGANI DI INFORMAZIONE VI FANNO MANCARE…VE LE FORNIAMO NOI!
1 INFOPILLOLA AL GIORNO,PUO’ TOGLIERE LE CENTRALI DI TORNO
eh magna sta pillola!

eh magna sta pillola!

InfoPillola N°2

Il tar, RIFIUTO PERICOLOSO USATO COME COMBUSTIBILE NELLA CENTRALE ELETTRICA IGCC DELL’API FUNZIONANTE DAL 2000.

SE CI SARANNO STATI DANNI ALLA NOSTRA SALUTE LO SAPREMO SOLTANTO TRA 15 ANNI…
Ma intanto ne vogliono fare altre 2!


Tratto da

COMMISSIONE PARLAMENTARE DI INCHIESTA SUL CICLO DEI RIFIUTI

E SULLE ATTIVITA’ ILLECITE AD ESSO CONNESSE

RELAZIONE FINALE AL PARLAMENTO

18 APRILE 2001

(relatori: Presidente on. Scalia, Vicepresidente on. Gerardini per l’allegato n. 1 e Vicepresidente sen. Specchia per il punto 4)


“(…) Va premesso che le attività di gassificazione del tar consistono nel trattamento termico di un residuo pesante - appunto, il tar - che in virtù di una favorevole delibera, la Cip 6/92 (ndr: Comitato Interministeriale Prezzi), viene attraverso la riclassificazione considerato materiale assimilabile alle fonti rinnovabili. Dal trattamento termico del tar origina un gas di sintesi che viene lavato per rimuovere polveri e metalli: la gassificazione permette l’ottenimento di energia elettrica che viene venduta all’Enel.
Il tar è classificato «rifiuto pericoloso» al punto 11 Annex 1A della direttiva europea n. 91/689/CEE e nell’allegato D al decreto legislativo n. 22/97 alle voci 050601 (catrami acidi) e 050603 (altri catrami). La pericolosità del tar deriva dalla presenza di idrocarburi policiclici aromatici cancerogeni, tra cui il benzoapirene. Le classi di pericolosità sono H5 (nocivo), H6(tossico), H7 (cancerogeno); il tar contiene inoltre metalli tossici quali il nichel e il vanadio, sotto forma di miscele di sali e ossidi. Altri idrocarburi policiclici del tar sono sospetti di essere teratogeni (classe di pericolosità H10) e mutageni (classe di pericolosità H11).

(…)

In realtà, anche l’Api si era interessata alla produzione del tar ed alle possibilità offerte dalla delibera Cip 6/92 di cui sopra, chiedendo la relativa autorizzazione alla regione nel 1992. In quel contesto, interessanti si profilano talune affermazioni contenute nella consulenza tecnica disposta nell’ambito di un’altra inchiesta giudiziaria. Infatti, premesso che per parlare di fonte rinnovabile e quindi di fonte assimilabile era stato dato un indice energetico (ien) superiore a 0,6, l’autorizzazione all’Api di Falconara si basava su un provvedimento del Ministero dell’industria che appare assai generico.
Infatti, nel citato provvedimento autorizzatorio così si legge: «si rileva che l’impianto è assimilabile a quelli che utilizzano fonti rinnovabili e che l’indice energetico, come definito al titolo I del provvedimento Cip 6/92, non essendo esattamente definibile, risulta comunque e certamente superiore a 0,6»;
una valutazione che davvero non si comprende, ma di certo favorevole all’Api, che aveva evidentemente interesse a realizzare un impianto di cogenerazione del tipo già evidenziato, avvalendosi in buona sostanza delle provvidenze previste per l’utilizzazione del tar nonché per la cosiddetta ascrivibilità del tar stesso e della linea che così si andava a costituire come fonte assimilabile.


(…) nel corso di un’audizione in Commissione il 20 febbraio scorso, il ministro dell’ambiente Bordon ha riferito che la nuova lista rifiuti, approvata con decisione 2000/532/CE, chiarisce la classificazione del tar, inquadrandolo nell’elenco dei rifiuti pericolosi.
Ne consegue che il tar è attualmente incluso nella lista dei rifiuti pericolosi.

INFOPILLOLA N°1: LE CENTRALI A METANO

Pubblicato il 19 Ottobre 2008 Nessun Commento »

TUTTE LE NOTIZIE CHE GLI ORGANI DI INFORMAZIONE VI FANNO MANCARE… VE LE FORNIAMO NOI.
UNA INFOPILLOLA AL GIORNO…PUO’ TOGLIERE LE CENTRALI DI TORNO ;)

N°1:

LE CENTRALI A METANO

 

 

Premesso che le centrali elettriche che intende costruire l’API saranno alimentate non soltanto dal metano ma anche da gas di raffineria, cioè prodotto dal petrolio, rendiamo note le osservazioni dei Ricercatori NICOLA ARMAROLI E CLAUDIO PO sulle centrali a metano, AVVERTENDO CHE QUELLE API PRODURRANNO ULTERIORI INQUINANTI TIPICI DEL PETROLIO.

 

Prof. Nicola Armaroli, Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività del Cnr - Bologna;

Dott. Claudio Po, Unità Operativa Rischio Ambientale, Dipartimento di Sanità Pubblica, AUSL Città di Bologna

 

“Da un punto di vista ambientale la tecnologia a ciclo combinato a gas naturale è una valida scelta per la riconversione di vecchie centrali ad olio combustibile o a carbone“.

MA A FALCONARA NON SI RICONVERTE NULLA…SI AGGIUNGE!

“Per le loro dimensioni, tipicamente 400-1.200 MW di potenza, queste centrali hanno un consistente impatto ambientale in termini di emissioni di gas serra ed inquinanti e includono rilevanti quantità di polveri fini”.

“I nuovi impianti brucerebbero miliardi di metri cubi di gas aggiuntivi rispetto agli attuali consumi e la produzione di particolato  (polveri sottili) sarebbe tutt’altro che irrilevante”.

METALLI PESANTI emessi nell’aria dalla combustione del metano:
Zinco
-Bario-Vanadio-Nichel-Cromo-Cadmio-Piombo-Mercurio

INQUINANTI emessi nell’aria dalla combustione del gas metano:
Acetaldeide - Acroleina - Benzene (cancerogeno) - Formaldeide (cancerogena) - Idrocarburi policiclici aromatici (tossici) - Toluene - Xileni - Monossido di carbonio (velenoso)- Metano - Ossidi di azoto - PM10 - PM2,5 - Biossido di zolfo - Composti organici volatili (Voc) - Ammoniaca per aggiunta di altri 2 DeNOx SCR (abbattitori NOx)

“Gli ossidi di azoto, assieme a CO2 ed ossidi di zolfo, generano acidi di vario tipo in presenza di umidità atmosferica. Questo processo chimico dà origine a ricadute acide (nebbie piogge)(…) occorre rimarcare che gli ossidi di azoto sono precursori di Ozono, gas velenoso per l’uomo, gli animali e le piante”.

Tra gli altri inquinanti non dichiarati vi è il gas metano (principale componente del gas naturale) che viene rilasciato da perdite ineliminabili dalle condotte che lo portano alle turbine (1,4%). Il metano è un gas ad effetto serra 21 volte più potente della CO2″.

“General Electrics ha recentemente concluso che la gran parte (>95%) del particolato primario prodotto dalla combustione del gas naturale in turbina rientra nella categoria PM2,5. Questo viene confermato da dati di fonte europea che per il gas naturale (comunemente chiamato “metano”) parlano di polveri con diametro dell’ordine di PM1.

Risulta quindi del tutto destituita di qualsiasi fondamento l’affermazione, scritta su decine di progetti italiani, riscontrabile in interviste televisive e alla stampa da parte di dirigenti di industrie energetiche, che la combustione del gas “non produce polveri”.

La combustione del gas non produce sostanzialmente Polveri grosse (PTS) ma non è affatto esente dalla produzione di PM10, PM2,5, PM0,1 che, purtroppo, hanno una ben maggiore rilevanza per la salute”.

Da una comparazione con dati statunitensi, per le centrali API può essere stimato un impatto aggiuntivo in atmosfera in PM10 primario pari a circa 4/5 µg/m3 (media di 24 h). Si tratta di un contributo rilevante, anche perché le Polveri sottili non hanno una soglia minima di pericolosità e, inoltre, a Falconara, si assommerebbero a quelle già esistenti che superano i limiti di Legge sia da traffico che da origine industriale.

COMPENSAZIONI DEGLI IMPATTI

L’API intende per compensazione degli impatti conseguenti alla realizzazione del progetto niente più che gli obblighi normativi vigenti (Dlgs 59/2005 e Protocollo d’intesa con la Regione Marche) - l’applicazione del principio delle migliori tecnologie disponibili - richiesti per le centrali termoelettriche e le raffinerie nuove ed esistenti!

COME MAI GLI OBBLIGHI NON SONO STATI FATTI RISPETTATI ED I FALCONARESI SONO TENUTI A “BAGNO MARIA” TRA IL MAGGIOR INQUINAMENTO?


Centrali Elettriche API: Presidente Spacca, stiamo arrivando…

Pubblicato il 19 Ottobre 2008 Nessun Commento »

stiamo arrivando 3stiamo arrivando 4

Si è ridestato uno stupendo MOVIMENTO DI CITTADINI che, senza bandiere, si oppone al progetto tombale di due nuove centrali elettriche a Falconara e nell’Area ad Alto rischio di Crisi Ambientale.
Un MOVIMENTO DI CITTADINI che aveva già dato tanto nel 2004 raccogliendo 3.500 firme che chiedevano alla Regione Marche lo Studio Epidemiologico e la rinuncia a far costruire altre centrali a combustibili fossili nell’AERCA.
E SAPPIA, IL PRESIDENTE SPACCA, CHE NON CE NE DIMENTICHIAMO!

Un MOVIMENTO DI CITTADINI che nel 2006 – 2007 aveva più volte manifestato in difesa della salute, del territorio e per un modello di sviluppo in linea con il Piano Energetico Ambientale Regionale che, oggi, CONFINDUSTRIA ED API VOGLIONO RIDISEGNARE SECONDO LE PROPRIE CONVENIENZE DI CASSA!

E NOI NON LO PERMETTEREMO, PRESIDENTE SPACCA!