Processo a carico dell’azienda Eredi Raimondo Bufarini srl per reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose: il 12 giugno 2023 è prevista la sentenza del Giudice Monocratico.
Con l’udienza del 13 febbraio 2023 si sono conclusi gli esami dei testimoni dell’accusa e della difesa - compresi i consulenti tecnici di parte - nel processo a carico dell’azienda Eredi Raimondo Bufarini srl per i reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose.
La prossima udienza è stata fissata per il 12 giugno 2023 con la requisitoria del Pubblico Ministero e le arringhe degli Avvocati.
Molto probabilmente nella stessa udienza il Giudice Monocratico Dott. Corrado Ascoli emetterà il giudizio riguardo alla commissione o meno dei reati per le condizioni di aria irrespirabile lamentata e denunciata per anni dai cittadini residenti a Castelferretti.
Ai seguenti link i servizi del TgR Marche sull’udienza del 13 febbraio.
Staff comunicazione l’Ondaverde Odv
Inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose nell’abitato di Castelferretti: decima udienza del processo che vede imputata l’azienda di trattamento di rifiuti speciali pericolosi e non Eredi Raimondo Bufarini srl di Falconara Marittima
Lunedì 13 Febbraio alle ore 14 si svolgerà presso il Tribunale di Ancona l’udienza del processo penale che vede imputata l’azienda Eredi Raimondo Bufarini srl di Falconara Marittima.
Tale udienza, ben oltre la decima, era stata rinviata dallo scorso Gennaio per ascoltare il Consulente della ditta Bufarini la quale, da circa dieci anni, tratta rifiuti speciali pericolosi e non.
Anche questa udienza è aperta al pubblico, pertanto Vi invitiamo ad assistere perché l’ascolto diretto è molto importante, favorendo una corretta informazione, senza filtri.
Ricordiamo che il processo è stato avviato in seguito all’esito:
- delle indagini svolte dalla Procura di Ancona, che ha disposto il rinvio a giudizio dell’azienda Eredi Raimondo Bufarini srl per reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose;
- delle segnalazioni dei cittadini residenti a Castelferretti, che hanno lamentato negli anni condizioni di aria irrespirabile.
Tutto ciò è stato possibile anche grazie al valido supporto dell’associazione Ondaverde.
Staff comunicazione l’Ondaverde Odv - Comitato Mal’Aria Falconara Marittima
Rinviati a giudizio l’AD, il Direttore Tecnico e la stessa azienda di stoccaggio e lavorazione dei rifiuti pericolosi e non pericolosi, Eredi Raimondo Bufarini di Castelferretti. Contestati i reati di inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. I link di tutti i videoservizi giornalistici. La soddisfazione dei cittadini che da soli, dopo 7 anni di segnalazioni, hanno ottenuto un primo risultato!
Comunicato Stampa del 26/01/2021
Esalazioni moleste a Castelferretti: esito udienza preliminare.
Si è volta oggi l’udienza preliminare nei confronti dell’azienda Bufarini, ubicata in via Saline a Castelferretti di Falconara M., la quale svolge attività di stoccaggio e trattamento di rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi. Per la prima volta nella storia di Falconara ci sarà un processo per inquinamento ambientale e getto pericoloso di cose. Il processo avrà inizio il 21 settembre c.a. Il GUP Paola Moscaroli ha disposto tre rinvii a giudizio (Amministratore Delegato, Direttore Tecnico dell’azienda e l’azienda stessa), così come richiesto dalla Procura. I cittadini residenti a Castelferretti, che dal 2015 hanno segnalato alla Magistratura le condizioni di aria irrespirabile patite in cui si sono trovati a vivere, sono stati ammessi a far parte del processo, unitamente all’associazione Ondaverde Falconara M.
Siamo orgogliosi del fatto che i cittadini, con le proprie sole forze e risorse, siano riusciti a ottenere questo primo parziale ma importante risultato.
Comitato Mal’aria Castelferretti e l’Ondaverde ODV Falconara M.
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Guarda i videoservizi giornalistici
TGR Marche https://fb.watch/3iht5JrdjP/
Ètv Marche https://www.youtube.com/watch?v=ZYeAFBd2ng4
TVCentro Marche https://www.youtube.com/watch?v=t_tB1SAm8Ig&t=34s
VERATV https://youtu.be/43BzCqDR0uU
Esalazioni industriali a Castelferretti: a seguito delle denunce dei cittadini martedì 6 ottobre 2020 l’udienza preliminare. Anche l’associazione Ondaverde Falconara M. si costituirà parte civile a fianco dei cittadini
Il Comunicato de l’Ondaverde ODV Falconara M.
Con riferimento ai ripetuti episodi di esalazioni industriali moleste che a Castelferretti si ripetono dal lontano 2011, informiamo che l’associazione Ondaverde Falconara M. si costituirà parte civile all’udienza preliminare in programma martedì 6 ottobre presso il Tribunale di Ancona. Tale decisione è la naturale conseguenza di anni di impegno insieme al comitato Mal’aria Falconara M. e a singoli cittadini non associati. L’attività dei volontari della nostra associazione si è concretizzata con la ricerca di consulenti tecnici e legali, nonché con relazioni redatte nel corso degli anni e consegnate a tutti i livelli istituzionali (Prefettura, Regione, Provincia, Comune e Ministeri), allo scopo di offrire loro elementi di valutazione di quanto stava e sta accadendo nel territorio di Falconara M. Fra tanti possibili esempi vogliamo ricordare la nostra proattiva presenza anche in occasione della Commissione bicamerale sulle Ecomafie e Siti di Interesse Nazionale, svoltasi ad Ancona nel 2017.
Informiamo che l’udienza preliminare oggetto del presente comunicato non sarà aperta al pubblico, ma alle ore 14:30 di martedì 6 ottobre i legali, in rappresentanza delle parti civili, daranno corso ad una conferenza stampa all’aperto, nel piazzale esterno antistante l’ingresso del Tribunale di Ancona.
Il Comunicato del Comitato Mal’Aria Falconara e Castelferretti del 02/10/2020
Siamo a pochi giorni da un appuntamento importante, di cui diamo notizia con interesse: le denunce sporte da alcuni residenti nel 2015 e poi ancora negli anni a seguire, hanno generato un’indagine da parte della Procura della Repubblica di Ancona, la quale ha ravvisato ipotesi di reato e disposto il rinvio a giudizio per l’Amministratore Delegato, il Direttore Tecnico dell’azienda Bufarini e per l’azienda stessa, che si trova ubicata in via Saline a Castelferretti (comune di Falconara M. e Ancona). Un procedimento quindi in corso da tempo grazie alla determinazione dei cittadini e che ora, dopo l’udienza di martedì, potrebbe sfociare in un processo penale. Le denunce e le segnalazioni sono state numerose, ripetute nel corso degli anni. I cittadini sono dovuti ricorrere quindi alle forze dell’ordine e alla Magistratura nel tentativo di vedersi riconosciuti alcuni diritti fondamentali, ciò rappresenta una prova esplicita di quanto, di fronte a questo problema e al pesante carico ambientale complessivo presente sul territorio comunale, le istituzioni (in primis Comune, Provincia e enti di controllo) siano state quanto meno inadeguate a far sì che si trovasse una soluzione. Gli episodi vengono lamentati dal 2011 dai cittadini, i quali si sono sentiti abbandonati a sé stessi, costretti ad affrontare le conseguenze da soli. Con ragion di causa possiamo oggi, a distanza di anni, valutare l’evanescenza di alcuni passaggi istituzionali e dei conseguenti annunci.
Staff comunicazione Comitato Mal’Aria Falconara e Castelferretti e l’Ondaverde ODV Falconara M.
L’AD di API raffineria al telefono con l’ex Sindaco di Falconara M. Goffredo Brandoni: i Carabinieri del NOE sono dei “rompi coglioni” e “l’Italia è un paese di merda”. E l’ex Sindaco: i cittadini che hanno segnalato le esalazioni dalla raffineria sono delle “faccia di cazzo”!
Esprimiamo INDIGNAZIONE per i contenuti emersi nel dossier pubblicato da Il Fatto Quotidiano on line del 27 agosto 2020 (rubrica: Giustizia di Fatto), il quale porta all’attenzione frasi gravi e prive di rispetto per le istituzioni da parte dell’A.D. di API raffineria Giancarlo Cogliati.
L’atteggiamento dell’ex Sindaco di Falconara M., Goffredo Brandoni, per come emerge dalla lettura dell’articolo, potrebbe spiegare invece molte delle difficoltà da noi riscontrate nell’ottenere verifiche e interventi concreti a miglioramento delle condizioni ambientali e sanitarie/epidemiologiche di questo territorio. Prendiamo atto di quanto riportato nel citato dossier giornalistico, con un duplice sentimento.
Da un lato una tristezza infinita per quello che, leggendo l’articolo, avvertiamo come una sorta di tradimento perpetrato verso la cittadinanza da parte dell’ex Sindaco Goffredo Brandoni, che a fronte della necessaria opportunità di controlli e verifiche potrebbe essere venuto meno alla sua funzione di primo difensore della salute dei cittadini, procedendo ad “un tacito gentlemen’s agreement per sostenersi a vicenda nelle problematiche d’impatto sociale“.
Controlli e verifiche anche alla luce degli studi epidemiologici e quindi delle evidenze scientifiche emerse relativamente alla salute dei falconaresi e dei comuni limitrofi, evidenze che mai ci siamo sottratti dal portare all’attenzione di tutti, anche all’ex Sindaco e certamente in più occasioni. Dall’altro un profondo e ripetuto sentimento di delusione, anche se non apprendiamo la notizia con eccessiva sorpresa visto l’atteggiamento da noi già riscontrato in occasione di svariati incontri istituzionali (audizioni in Regione Marche, incontro in Prefettura di Ancona, Commissioni e Consigli Comunali).
Non entreremo in merito al dibattito politico, non ci compete e non vogliamo farlo. Abbiamo in più occasioni denunciato l’immobilismo delle istituzioni e l’atteggiamento di fastidio e imbarazzo riscontrato in occasione di ognuna delle centinaia di segnalazioni inviate a seguito delle evidenti esalazioni avvertite dalla popolazione sensibile al tema. In base al contenuto dell’articolo ora tutto questo si abbina alle frasi gravi e prive di rispetto per le istituzioni dell’A.D. Giancarlo Cogliati.
Poche settimane fa (esalazioni industriali del 4 luglio c.a.) ci permettevamo di dichiarare “siamo ancora tristemente all’anno ZERO della tutela della Salute!“, si era da poco verificato l’ennesimo episodio di esalazioni industriali moleste (olezzi intensi di idrocarburi/zolfo) e potenzialmente pericolose per la salute, le quali avevano nuovamente ammorbato l’aria di interi quartieri. Pochi giorni dopo è stato ripetutamente coinvolto l’abitato di Castelferretti, in entrambi i casi costringendo parte della popolazione ad una consolidata necessità di dover produrre segnalazioni al Comune, nel disperato tentativo di continuare a far emergere una problematica annosa, mai risolta e forse elusa attraverso provvedimenti di facciata o comunque poco incisivi, di cui oggi in parte ci possiamo spiegare il perché.
Infine, stando a quanto scritto nell’articolo odierno pubblicato su Il Fatto Quotidiano cartaceo, sottolineiamo un altro fatto grave: l’articolo riferisce di una violazione della protezione dei dati personali di tutti quei cittadini che, appartenenti e non ai comitati, vengono invece “esposti” proprio nei confronti di quelle aziende che sul nostro territorio producono emissioni nell’aria e sono spesso causa delle relative esalazioni. Insomma: il Comune istituisce un numero verde per le segnalazioni di emergenza ambientale e l’ex Sindaco che cosa faceva? Comunicava al telefono alcuni di questi nomi all’A.D. dell’azienda associandoli (pure in modo errato) anche a forze politiche?
L’Ondaverde Onlus e Comitato Mal’aria Falconara/Castelferretti
Decreto Legge “Semplificazioni”. Inviato ai Parlamentari il Dossier e l’appello di 160 associazioni e comitati nazionali e locali da tutta Italia: “È un attacco alla partecipazione dei cittadini, V.I.A., clima e bonifiche da Taranto a Gela, da Mantova a Bussi, da Brindisi a Venezia e decine di altri siti”
Abbiamo esaminato il DECRETO-LEGGE 16 luglio 2020, n. 76, il cosiddetto Decreto “semplificazioni”. Nel merito delle criticità che verrebbero introdotte se questo Decreto rimanesse così com’è, abbiamo aderito al sottostante Comunicato Stampa, in sinergia con molte altre realtà associative da tutta Italia, perché riteniamo sia necessaria una ferma presa di posizione per porre l’attenzione su tutta una serie di aspetti a nostro avviso negativi.
Ci auguriamo questi contenuti richiamino l’attenzione dei Parlamentari, di tutti i gruppi politici, augurandoci che ciò porti ad una sostanziale modifica di quanto elaborato dal Governo. Il Comunicato Stampa può essere letto qui sotto, in allegato troverete invece anche il Dossier e l’elenco degli emendamenti proposti dall’insieme delle associazioni/comitati aderenti da tutta Italia.
Facciamo circolare questi documenti perché favoriscono informazione e consapevolezza, hanno inoltre richiesto uno sforzo tempestivo, molte ore di lavoro per le quali ci sentiamo di ringraziare gli attivisti che più ci hanno lavorato.
Comitato Mal’aria Falconara e l’Ondaverde.
Comunicato stampa del 27/07/2020
DL “Semplificazioni”. Dossier di 160 associazioni e comitati nazionali e locali da tutta Italia “È
attacco a partecipazione dei cittadini, V.I.A., clima e bonifiche da Taranto a Gela, da Mantova a
Bussi, da Brindisi a Venezia e decine di altri siti”
Appello ai parlamentari, ecco 34 proposte emendative per migliorare concretamente le procedure e renderle efficaci ed efficienti per tutelare la salute dei cittadini e l’ambiente.
“Il DL Semplificazioni contiene norme che ritardano o addirittura annullano le bonifiche dei siti inquinati,
dimezzano i tempi già oggi molto risicati per la partecipazione dei cittadini nelle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, favoriscono le opere “fossili” in piena emergenza climatica, moltiplicano le poltrone con l’istituzione di una seconda commissione VIA nazionale”: 160 associazioni e comitati di livello nazionale, interregionale e locale da 18 regioni hanno inviato a tutti i parlamentari un corposo dossier dal titolo “Decreto Semplificazioni, così sono devastazioni” con l’analisi “comma per comma” e 34 proposte di emendamento del Decreto Legge “Semplificazioni” varato alcuni giorni fa dal Governo e ora approdato in Senato per l’avvio dell’iter di conversione in legge.
Clima
Sotto il paradossale ma accattivante titolo “Semplificazioni in materia di green economy” il Dl Semplificazioni
introduce norme che favoriscono le opere “fossili” come i nuovi gasdotti. Ad esempio gli articoli che fanno
venire meno i diritti, costituzionalmente protetti, degli usi civici. Si semplificano anche i rifacimenti; essendo la vita tecnica media di un gasdotto di 50 anni, vuol dire ipotecare il futuro visto che nel 2070 evidentemente dovremo usare ancora le fossili alla faccia dei cambiamenti climatici.
Valutazioni Ambientali
Invece di scommettere sulla partecipazione dei cittadini alla vita pubblica, si tagliano pesantemente i termini per poter presentare osservazioni ai progetti sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale per il loro
potenziale impatto sulla salute e sull’ambiente di intere comunità. Prima del decreto se un’azienda avesse
voluto realizzare una raffineria o un pozzo di petrolio i cittadini avrebbero avuto 60 giorni di tempo per
accorgersi dell’esistenza del progetto, esaminare la documentazione costituita da centinaia di elaborati tecnici di migliaia di pagine e scrivere le osservazioni. Tempi già molto risicati.
Se il Parlamento confermerà il testo varato dal Governo, i tempi saranno addirittura dimezzati, scendendo a soli 30 giorni, assolutamente insufficienti per i volontari per difendere i propri diritti in considerazione dell’impatto che queste opere possono avere sulla qualità della loro vita. Per le procedure regionali, che riguardano cave,
discariche, impianti chimici ecc si scende da 60 giorni a 45, con il paradosso che per progetti di carattere
regionale si avrà più tempo rispetto ai progetti di potenziale impatto nazionale. Questo la dice lunga su chi si intende favorire e, cioè, le grandi imprese nazionali e multinazionali.
Questi i nuovi termini:
-nella verifica di Assoggettabilità a V.I.A. da 45 giorni a 30;
-nella V.I.A. “normale” restano 60.
-nella V.I.A. nazionale tramite conferenza dei servizi simultanea, procedura che il Governo vuole
espressamente favorire, da 60 a 30 giorni;
-nella V.I.A. regionale si passa da 60 a 45 giorni.
Interessante notare che si preferisce colpire i diritti dei cittadini e non i dirigenti inefficienti. Il vero problema della V.I.A. nazionale sono i 30 giorni da togliere alle associazioni per esaminare i progetti oppure la burocrazia ministeriale che tiene le carte ferme nei cassetti per anni? Come mai non vi è alcuna norma che attacchi i dirigenti su merito e responsabilità? Eppure basta andare sul sito del Ministero e prendere un qualsiasi progetto per verificare dove sono i tempi morti.
Diversi codicilli, poi, erodono in molteplici casi l’efficacia della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale, dalla realizzazione delle indagini archeologiche che potrà essere fatta “a posteriori”, quando la Direttiva comunitaria impone di accertare preventivamente proprio con la VIA l’impatto sul patrimonio culturale, ai rifacimenti di impianti, al potenziamento delle opere stradali, ferroviarie e idriche esistenti.
Nel Decreto sono state introdotte norme che eludono la direttiva comunitaria sulla Valutazione Ambientale
Strategica, in particolare per le opere in variante ai piani già approvati: ci chiediamo a questo punto perché
produrre piani se poi si possono fare tranquillamente deroghe “in automatico”.
Paradossalmente, le “semplificazioni” portano alla moltiplicazione dei possibili percorsi amministrativi di
valutazione, come ad esempio quello aggiuntivo confezionato per le opere del PNIEC (il Piano Clima - Energia che a dispetto degli slogan è basato su opere fossili come gasdotti e centrali a metano) e alla moltiplicazione delle “poltrone” con il varo di una seconda commissione V.I.A. che affiancherà quella già esistente, per la cui nomina ci sono voluti oltre due anni.
Insomma, tutte norme che cercano di rendere la procedura di V.I.A. un mero orpello, un timbro in più da mettere quanto più velocemente sui progetti, svuotandola del suo significato originario fissato dalla Direttiva comunitaria che la istituisce: la valutazione dei reali impatti su salute dei cittadini e ambiente dei progetti.
Bonifiche
Con l’articolo 53 comma 4 quater può, nei fatti, venire addirittura meno la bonifica delle acque
sotterranee, una vera e propria emergenza del paese con le falde contaminate da sostanze tossiche o
cancerogene con concentrazioni spesso decine di migliaia di volte superiore ai limiti di legge. La norma prevede infatti per le aziende responsabili di poter ottenere il certificato di avvenuta bonifica anche per il solo suolo qualora si dimostri che l’acqua inquinata non lo influenzi, con contestuale svincolo delle garanzie finanziarie che gli inquinatori devono versare per assicurare che le attività di ripristino siano effettivamente svolte anche in caso, ad esempio, di fallimento dell’azienda.
Tolta pure la deterrenza economica diventa un tana libera tutti per i grandi inquinatori delle acque
sotterranee, un vero e proprio incentivo a non bonificare che, tra l’altro, varrà per i grandi gruppi che hanno
inquinato, visto che si applica solo ai Siti Nazionali di Bonifica e non già agli altri siti contaminati “normali”. Un vero e proprio paradosso, insieme agli ulteriori passaggi degli articoli in cui, richiamando esclusivamente
l’applicazione del solo articolo 242, quello relativo alle procedure ordinarie, si esclude per i Siti Nazionali di
Bonifica l’applicazione delle procedure semplificate introdotte nel 2014 con l’art.242bis proprio per velocizzare le bonifiche ripulendo tutto senza ricorrere all’analisi di rischio che porta lungaggini e bonifiche più blande (ma meno costose!).
Per quanto riguarda i Siti di Interesse Nazionale per le Bonifiche, cioè le aree più inquinate del paese non
si procederà più, come si fa oggi, direttamente alla caratterizzazione delle aree - ossia il delicato e stringente processo di ricostruzione della contaminazione avvenuta - dando per scontato che per i terreni e le acque sotterranee dell’Ilva a Taranto, di Bussi, di Gela, di Falconara e di decine di altri siti devono essere prese precauzioni molto più stringenti all’altezza dei problemi. Con l’art. 53, invece, si rende possibile agli
inquinatori di partire presentando invece della caratterizzazione una più semplice e blanda “indagine preliminare”, come avviene per un sospetto di inquinamento in qualsiasi altra area del paese.
Come se una raffineria fosse una pompa di carburante, insomma!
Si aggiungono così ulteriori lungaggini e un passaggio burocratico in più, con un Ministero dell’Ambiente che è già vergognosamente indietro con le procedure per bonificare questi luoghi. Il ruolo del Ministero sempre di più ci sembra quello dello stopper delle bonifiche, con risparmi miliardari alle aziende che hanno inquinato. Anche in questo caso, invece di chiedere conto ai dirigenti e alle aziende per i ritardi si scarica tutto sui cittadini e sulla loro salute.
Il DL andrà ora in Parlamento per la conversione in legge. Abbiamo preparato 34 emendamenti per confermare il nostro approccio propositivo, sia per abrogare gli articoli e i commi che sono veri e propri regali agli inquinatori sia per suggerire l’introduzione di norme, alcune delle quali già operanti da anni in alcune regioni, che rendano le procedure di bonifica e di valutazione ambientale realmente efficaci ed efficienti e che rafforzino la cooperazione tra i diversi livelli dello Stato. La partecipazione dei cittadini, la trasparenza e la tutela della salute sono i capisaldi; se il DL rimarrà invariato troveranno pronti alla mobilitazione le realtà firmatarie di questo comunicato per difendere territori e cittadini.
Info: segreteriah2oabruzzo@gmail.com, 3683188739-3381195358-3408458144-3477757397
– Comitato Mal’aria - Falconara M.
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